Pallavolo EuroVolleyM – Daniele Lavia: “La batosta di Tokyo ci è servita”

(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) – Da una parte della rete ci sarà la Serbia, campione uscente, uno dei sestetti più quadrati e collaudati degli ultimi anni del panorama internazionale. Dall’altra un’Italia che sprizza entusiasmo e voglia di fare, sbocciata dopo pochissimi giorni di lavoro insieme, capace di vincere sette gare consecutive e di tornare dopo 6 anni a giocare una semifinale europea.
L’appuntamento è per questa sera alle 21 nella Spodek Arena di Katowice, con telecronaca diretta su RaiDue e DAZN: chi vincerà giocherà contro la vincente di Polonia-Slovenia per il titolo, chi perderà potrà riscattarsi nella finale per il bronzo.
Uomo importante nelle file azzurre Daniele Lavia, che ha dimostrato di esser pronto a prendersi tutte le responsabilità che il suo talento gli assegna
“Siamo un gruppo fantastico, stiamo esprimendo un gioco bellissimo. – ha detto il ragazzo di Calabria nato a Cariati solo 22 anni fa che ha già collezionato 61 maglie azzurre – Abbiamo avuto poco tempo per sistemare al meglio il nostro gioco, alcune situazioni le abbiamo migliorate giocando l’Europeo. Adesso siamo pronti per affrontare la semifinale contro la Serbia, che già di per sé è un obiettivo importante da raggiungere in una competizione così difficile ed importante”.
De Giorgi in tv ha dichiarato: “se arrivi tra le prime quattro in Europa vuol dire che telo meriti e che la semifinale te la puoi giocare” anche lei è convinto di questo?
“Certamente. In una competizione come l’Europeo, che è tra le più difficili a livello Mondiale, essere tra le prime quattro vuol dire che certamente te lo meriti. Tutte le squadre presenti esprimono un gioco importante. Questo vuol dire che tu giochi meglio delle altre. Ora non c’è altro da fare che giocare la nostra pallavolo, giocare la nostra partita con tranquillità e serenità, con convinzione. Ma anche con rispetto dell’avversario come è accaduto con tutte le squadre che abbiamo incontrato”.
Se diciamo questi tre termini serenità, tranquillità, entusiasmo, quale la caratteristica che più si addice alla vostra squadra?
“Serenità ed entusiasmo ci sono sicuramente. La tranquillità è un po’ più complicata averla in torneo così, perché la maggior parte di noi è alla sua prima partecipazione in una competizione internazionale così importante: un po’ di ansia e di timore ci sono, ma sono compensate dalla grande voglia di scendere in campo”.
Della Serbia quali giocatori bisognerà neutralizzare maggiormente?
“Mi viene da rispondere tutti. Non ci sono solo due o tre giocatori da controllare e fermare. Quella serba è una nazionale completa in tutti i reparti con diverse punte di diamante da Uros (Kovacevic ndr) a Bata Atanasijevic, ai due centrali Lisinac e Podrascanin. Sono una squadra super. Noi dobbiamo pensare al nostro gioco come abbiamo fatto in tutte le partite sino ad oggi.”.
Vi sentite più sicuri quando affrontate nazionali che schierano campioni che giocano nella nostra SuperLega, o quando deve affrontare sestetti con giocatori meno blasonati?
“Noi abbiamo avuto e abbiamo rispetto di tutti. Lo abbiamo avuto per il Montenegro che è stata l’avversaria all’esordio fino alla Germania che abbiamo battuto nei quarti. Lo avremo anche verso la Serbia: cercheremo di fare il nostro gioco. Siamo una squadra che ha dimostrato di essere ormai rodata. Dobbiamo pensare agli avversari, ma soprattutto a noi stessi. Dovremo andare per la nostra strada”.
Questa è un’altra nazionale, ma le Olimpiadi non sono andate come ci si aspettava. Per ragazzi come lei, come Michieletto, come Galassi sono state egualmente un passaggio importante che possa servire molto per il proseguimento della carriera?
“Assolutamente si. Le Olimpiadi sono la competizione che ogni atleta sogna di disputare. Il massimo delle aspirazioni. Sicuramente ci ha formato a livello personale e sportivo. Anche una “batosta” come abbiamo preso a Tokyo è una esperienza che ci è servita tanto. Con le sconfitte si cresce e impari a fare meglio”.
Daniele Lavia come sta vivendo queste giornate con complimenti che arrivano da tutte le parti?
“La mia vita non è cambiata. Non sono un tipo troppo attaccato ai social, tanto più durante una competizione così importante. A tutti fa piacere ricevere i complimenti… ma noi pensiamo al nostro gruppo che credo si sia visto sta benissimo insieme”.