Ct e psicologico, Fefè De Giorgi è il “creatore” di questa nuova Italia, che nel giro di soli 16 giorni ha stupito, esaltato, convinto e trionfato in Europa. Intervistato da Angelo Di marino per La Stampa ha raccontato e spiegato un trionfo, che è già nella grande storia del volley azzurro.
COME IN UN RISTORANTE STELLATO – “Indescrivibile l’esplosione di gioia subito dopo l’ultima palla della finale con la Slovenia. Con il passare delle ore invece pensi alle cose fatte lungo tutto il percorso. È un po’ come una degustazione in un ristorante stellato, distingui tutti i sapori…”.
COSA E’ SUCCESSO? – “Il poco tempo trascorso dalle Olimpiadi effettivamente rende lecita la domanda “che cosa è successo?”. La verità è che abbiamo avuto dieci giorni di lavoro per mettere in piedi gli Europei, in poco tempo siamo riusciti a creare diversi equilibri. Per farlo devi avere le idee chiare sulle cose da fare e sul lavoro da svolgere, non puoi andare a tentativi. E in questo i ragazzi hanno agevolato questo percorso con disponibilità e qualità. Si sono messi tutti a disposizione della Nazionale, diventando una squadra compatta che non molla”.
RIPORTATI ALLA REALTA’ – “In quel momento ho cercato di riportare i ragazzi alla realtà, stavano vivendo la finale in un modo che non fa parte del nostro essere squadra. Eravamo in partita ma nell’atteggiamento sembravano battuti. Serviva tornare a divertirsi, quindi cambiare l’approccio negativo, in quel momento preponderante. Poi la Slovenia è squadra di esperienza che ti sfianca. Puoi fronteggiarla solo con un atteggiamento diverso”.
QUESTI AZZURRI – “Sono giocatori che hanno delle qualità, per questo li ho chiamati in Nazionale. Molti non hanno avuto tante opportunità in precedenza, ma sono tutti ragazzi con ottime doti tecniche e caratteriali. Avevamo tanta voglia di dimostrare tutte queste cose”.
LA COSTANTE – “Sono realtà diverse, però una costante c’è: quel gruppo di Stoccolma 1989 aveva un grande attaccamento alla Nazionale, dedizione per il lavoro, grande rispetto del gruppo, oltre a tanti giocatori di qualità. Gli ingredienti devono essere questi anche adesso. Nessun paragone, ma ci sono dei valori che portano verso il successo e a livelli sempre più alti. E sono quei valori che dobbiamo mantenere. Questa è la strada giusta».
PROSPETTIVE FUTURE – “Ho accettato la proposta della Federvolley del presidente Manfredi con l’idea di creare un percorso fino alle Olimpiadi di Parigi 2024. Questo implica un pieno cambio generazionale, il che non esclude che magari possano esserci giocatori di una certa età. La vittoria agli Europei non cambia i nostri programmi, anche se le aspettative ovviamente si alzeranno”.
GIANNELLI E MICHIELETTO – “Simone Giannelli è il motore di questa squadra, oltre che il regista e il capitano. È il punto di riferimento del gruppo, anche per il ruolo che ha in campo. Alessandro Michieletto è nato per giocare a pallavolo. Bisogna dargli il tempo di crescere, senza caricarlo di eccessive pressioni. È un talento naturale e ha la testa giusta”.
DOPPIO ORO AZZURRO – “Meglio di così non poteva andare, vincere sia a livello femminile sia maschile nello stesso anno è una cosa difficile. Per questo siamo ancora più orgogliosi di aver ottenuto un grande risultato per lo sport italiano”.
UNA SENSAZIONE UNICA – “È vero, ho attraversato il mondo con la pallavolo. Tante esperienze e alla fine è arrivato il momento di allenare la Nazionale italiana. Una sensazione unica aver vinto questi Europei. E poi con il passare degli anni uno le vittorie le gusta meglio”.
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