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Pallavolo Azzurrini – Julio Velasco: “Non credo che sia solo la vittoria della squadra, ma di tutto il movimento italiano”

Detro al trionfo degli Azzurrini c’è anche il lavoro di Julio Velasco. Intervistato da Gian Luca Pasini per la Gazzetta dello Sport l’attuale Direttore Tecnico del settore giovanile azzurro ha messo in risalto, la importante realtà di tutto il movimento pallavolistico italiano
VITTORIA DEL MOVIMENTO – “Non credo che sia solo la vittoria della squadra, ma di tutto il movimento italiano. E lo dico con sincerità. Se non ci fosse stato quel primo allenatore che ha portato Catania o Michieletto in palestra, se non ci fosse stata quella prima società che li ha fatti giocare, noi oggi non avremmo la squadra che abbiamo. Quando ai giocatori insegniamo che è fondamentale il gioco di squadra lo dobbiamo praticare anche a livello di adulti. Questo oro è un oro di tutta la pallavolo italiana, non per dire, nei fatti”.
CONDIZIONI DIFFERENTI – “Rispetto agli anni 90 i tempi sono diversi, è certo, le condizioni sono molto differenti, ma alcune cose sono uguali. Ecco perché in questi anni ho chiesto ad alcuni di quei giocatori (Bernardi, Gardini) di parlare alla squadra. De Giorgi è stato molto bravo a comunicare al suo gruppo alcuni punti fondamentali del programma che si basavano su punti cardine”.
NUOVO CONFRONTO – “Che da oggi inizia un confronto fra questi ragazzi nei club e gli stranieri. Lì non c’entrerà l’assistenzialismo, né i complimenti ricevuti. Ogni giorno in palestra dovranno dimostrare di essere meglio degli stranieri che arrivano qui con un’altra idea. Giocare in Italia per loro non è avere un posto da titolare o meno, ma la differenza è giocarsi un’altra chance di vita. Ora se mi chiedete se i ragazzi italiani sono pronti a vincere questa sfida vi dico sì. Lo sono”.
CONFRONTO CON I “FENOMENI” – “No, impossibile anche alla luce di come è cambiato tutto il contesto. Dico però che questa squadra ha tutto per arrivare, a una condizione che abbia voglia di continuare a imparare. Mi pare voglia farlo. Io non credo nel pensiero unico (tecnicamente), mi va bene la discussione. Quello che non deve mancare è lavorare (tanto), anche più di altri, non si deve diventare autoreferenziali o presuntuosi. Il nemico di queste vittorie è perdere l’umiltà. Non credo che esistesse un segreto di quella Italia anni 90, ma ripensando a quei tempi e confrontandoli con l’oggi dico che la vera differenza sta nella fiducia. I giocatori hanno bisogno di sentire che l’allenatore crede in loro. Veramente, non per modo di dire: io credevo fortemente in quel gruppo, come credo oggi in questo”.
IL FUTURO E’ AZZURRO? – “Ci sono tutte le condizioni per rispondere sì. Ma attenzione ai demoni che stanno sotto terra. Pronti a riemergere: umiltà, lavoro e voglia di imparare”.
LA PROPOSTA – “Farei una divisione. Il femminile ha problemi di abbondanza simili al calcio. Per il maschile il problema è ancora il reclutamento. Ho un paio di idee da lanciare al consiglio federale: andiamo a cercare i figli delle persone meno abbienti. Ci sono numeri importanti e prospettive ancora più interessanti”.

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