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Pallavolo Azzurri – Ferdinando De Giorgi: “Ma quali fenomeni la nostra era una nazionale di minatori”

In una lunga ed interessante intervista rilasciata a Pierfrancesco Catucci per Il Foglio, il ct azzurro Ferdinando De Giorgi ha raccontato e spiegato cosa si aspetta dalla prossima stagione. Eccone alcuni stralci
L’ESEMPIO DI MANCINI – “Vedere la nazionale di calcio arrivare a vincere l’Europeo dopo un percorso di ricostruzione, mi ha dato uno stimolo importante. Mi sono ispirato al lavoro di Mancini che, per esempio, non ha mai avuto paura di lanciare giocatori che avevano meno spazio nei club (De Giorgi ha finito la finale europea con Romanò in campo, che l’anno scorso giocava in A2, ndr). È la strada giusta e sono convinto che anche le squadre di Superlega la stiano sposando”.
BISOGNO DI AMBIENTI SANI – “È la conferma che abbiamo un settore giovanile di grandissima qualità. Questi ragazzi (Mondiali U21 ndr) e ragazze (Mondiale U20 e argento U18), però, hanno bisogno anche di ambienti sani in cui crescere e giocare nei massimi campionati italiani, senza qualcuno che punti contro di loro il fucile al primo errore. È chiaro, però, che i giovani di qualità vanno riconosciuti e accompagnati nel loro percorso, senza regalare nulla, ma mettendoli nelle condizioni di crescere, sbagliare, vincere e perdere. Di fare esperienza, insomma”.
L’ESPERIENZA SI GUADAGNA – “A volte sento dire che per vincere servono giocatori di esperienza. Ma l’esperienza non può essere l’unico parametro, l’esperienza si guadagna e, quando non c’è, si compensa con la determinazione e la voglia di aiutarsi”.
MA QUALI FENOMENI? – “Ma quali fenomeni quella di Velasco era una nazionale di minatori, come ha detto qualche volta Lucchetta. Una squadra fatta di gente che, oltre a valori tecnici importanti, era costruita sulla cultura del lavoro e del rispetto. Una nazionale in cui non si nascondeva la polvere sotto il tappeto ma si affrontavano e risolvevano tutti i problemi. Il discorso famoso di Julio sugli zero alibi, d’altronde, non nasce per caso. Questi insegnamenti mi hanno accompagnato nell’Europeo, ma non sarei quello che sono se non avessi lavorato anche con altri allenatori e non mi fossi messo in discussione anche in realtà diverse da quella italiana. Per il resto, non scomodiamo Velasco, di Julio ce n’è uno e basta”.
VERSO IL MONDIALE – “Andiamo piano è vero che abbiamo vinto l’Europeo, ma siamo solo all’inizio del nostro cammino. Iniziare così ti regala senz’altro una grande energia, ma dobbiamo valutare tutto nella giusta misura. In questo momento non siamo i più forti al mondo, ma siamo stati bravissimi a giocare una pallavolo di altissimo livello. Dobbiamo solo continuare a percorrere questa strada”.
PROTAGONISTI IN SUPERLEGA – “Alla fine di questa stagione mi aspetto di ritrovare un gruppo più maturo, esperto e consapevole dei propri mezzi”.
ALLENATORI DOC – “Negli anni Ottanta li importavamo, ora li esportiamo. Questo significa che si è fatto un lavoro importante alla base e il concetto è esattamente lo stesso che per i giocatori. Se prepari buoni allenatori, il sistema si alimenta e ne beneficia tutta la pallavolo”.

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