Una giovane ragazza barbaramente uccisa perché ‘colpevole’ di amare la pallavolo. Una notizia orrenda, un episodio che ferisce e sconcerta. Come tante ragazze della sua età, Mahjabin giocava a pallavolo e sognava di diventare una Campionessa. Faceva parte della nazionale giovanile afghana e militava nel Municipality Volleyball Club Kabul, ora centro del potere talebano. A differenza di alcune sue compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l’Afghanistan e mettersi in salvo. Sì, perché a Kabul, dopo la caduta del vecchio governo, giocare a pallavolo, partecipare a competizioni internazionali, finire in televisione, è considerato un crimine da punire con l’omicidio. Il mondo della pallavolo piange Mahjabin e tutte le vittime di un genocidio che deve essere fermato.
La Lega Pallavolo Serie A Femminile intende organizzare con urgenza un’iniziativa per denunciare quanto sta accadendo in Afghanistan e per esprimere la più sincera solidarietà alle vittime del regime talebano. Perché lo sport sia ovunque veicolo di emancipazione, di crescita personale e sociale. E non di morte.
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