Volley B maschile – Sfida insolita per Leonardo Renosto (lo scopritore di Kovar), sabato con il Portogruaro affronta i “suoi” ragazzi di Treviso

Sabato 30 ottobre la serie B del Volley Treviso sarà in trasferta a Portogruaro per la gara contro il Portomotori: un match che ha diversi precedenti nelle ultime stagioni, ma che quest’anno vedrà per la prima volta scontrarsi Michele Zanin e Leonardo Renosto, i due allenatori di più lunga data di Volley Treviso. Da questa stagione infatti Leonardo, da vent’anni allenatore nelle giovanili orogranata, è alla guida anche della serie B del club veneziano e alla sua prima esperienza sulla panchina di una squadra senior in un campionato nazionale. Negli ultimi anni ha affiancato all’attività a Treviso anche quella da head coach in diverse squadre di serie C, da Belluno a La Piave a Casier. Poi, quest’estate, l’opportunità di passare alla guida della prima squadra di Pallavolo Portogruaro: “Ho giocato diverse volte contro Treviso in serie C, sempre contro coach Cappelletto, sabato invece per la prima volta mi troverò davanti Michele Zanin – racconta Renosto, che nel 2017 ha allenato in U14 almeno metà dei ragazzi dell’attuale serie B trevigiana – Certo, conosco bene la maggior parte dei ragazzi e come lavorano: sono molto allenati e fisicamente ben dotati. Per noi potrebbe fare la differenza riuscire a smorzare il loro entusiasmo giovanile e colmare con la tecnica lo scompenso che c’è dal punto di vista fisico”.
Di Renosto si può dire che è il ‘talent scout’ di Treviso: in Ghirada dal 1991, ma in pianta stabile come primo allenatore dal 1994, ha sempre avuto un ottimo fiuto per i giovani talenti, capacità che gli riconosce lo stesso Zanin: “Ho una grande stima di Leonardo – racconta il direttore tenico orogranata – Ha un talento nel valutare e conoscere i ragazzi. Riesce a capire prima di tutti dove un atleta ancora giovanissimo può arrivare. Un occhio clinico che davvero in pochi possiedono”.
Svariati atleti circolati nelle giovanili di Treviso sono stati scoperti da Leonardo; tra tutti spicca Jiri Kovar, adocchiato proprio da lui durante un camp in Germania nei primi anni 2000: “Giocava a basket all’epoca, e a pallavolo con la squadra amatoriale del papà – ricorda Renosto – Già nel primo giorno di quel camp mi ha colpito per la propensione per i fondamentali del volley”. Ma oltre a Kovar ci sono anche i fratelli Daldello, Dolfo e Zingaro, Marsili, Cavasin e altri, tutti atleti arrivati ad alti livelli.
Ma da cosa si riconosce un futuribile campione? Spiega Leonardo “Innanzitutto dal livello motorio, poi dalla propensione ai fondamentali, ma queste cose devono essere combinate con l’aspetto agonistico: un ‘predestinato’ non è mai superficiale quando si allena e gioca, ha grandi capacità a livello di attenzione e vuole sempre imparare, è concentrato su ciò che viene fatto e proposto e vive tutto in maniera agonistica”.
Attualmente Leonardo Renosto è professore di educazione fisica in una scuola secondaria di primo grado. Se gli si chiede quale delle categorie giovanili che ha allenato negli anni preferisce (U14, U15, U16), spiega invece perché gli piacciono tutte: “Per certi versi preferisco lo “sgrezzamento” iniziale che viene fatto in U14: insegnare i fondamentali, gettare le basi per il lavoro che verrà. Però è anche bello vivere i momenti di sviluppo dei ruoli e di insegnamento dei primi aspetti tattici, che coincidono con l’U15-16”. È proprio nella categoria U16 che Renosto ha vinto lo scudetto, nel 2010 a Chianciano Terme.