Ospite del “Fantini Club Live” Massimo Righi, tra i diversi discorsi affrontati ce ne sono stati due che hanno rilevanza per la pallavolo italiana di oggi e di domani.
IL PUBBLICO NEI PALAZZETTI – “E’ difficile parlare di pubblico visto quello che sta succedendo in Italia e non sappiamo ancora quali saranno i colori delle nostre regioni nelle prossime settimane. Noi in questo momento viviamo un po’ alla giornata, il pubblico fa fatica a venire negli impianti, è un dato comune a tutti gli sport, sono cambiate le abitudini degli italiani, stiamo lavorando per cercare di togliere questa sedentarietà che hanno perché indubbiamente adesso fanno più fatica a uscire e poi anche c’è un tema di comunicazione molto forte secondo me che fintanto che la capienza sarà comunque contingentata, in questo caso per noi è al 60%, l’impressione che si ha è che i palasport siano posti insicuri quando invece sono i posti più sicuri d’Italia. Quindi togliere la limitazione toglierebbe anche quel limite psicologico che molti hanno ad entrare nei palasport. Però adesso lavoriamo un po’ più sottotraccia rispetto a prima perché i tempi sono cambiati e speriamo appunto che questo “super green pass” possa aiutare a risolvere qualche cosa da un punto di vista anche dell’affluenza”
SUPERLEGA SCUOLA DI PALLAVOLO – “Le considerazioni che abbiamo svolto in questi ultimi mesi sono quelle che la pallavolo nel mercato italiano ha una sua dimensione, un suo spazio, una identità di crescita che abbiamo già programmato e previsto che però al momento non ipotizzo possa arrivare ad essere uno sport, che sia minimamente ai valori del calcio o di altri grandi eventi quindi il mercato estero è quello che più di ogni altro ci interessa e sul quale siamo focalizzati. Abbiamo ceduto parte dei nostri diritti media a un fondo di investimenti, la CVC, che sta iniziando ad investire tantissimi milioni di euro nella pallavolo per i prossimi cinque anni. E questo ci ha aperto ulteriori opportunità di mercati, in particolare, ma siamo veramente alle prime mosse, abbiamo ipotizzato per i grandi bacini, come Giappone, Cina, Stati Uniti, Russia, India, di proporci come scuola di pallavolo per questi campionati. E quindi di impegnarci a prendere per esempio un giocatore cinese, giapponese, russo quello che è per ogni squadra e portarlo appunto in ogni squadra della SuperLega. Questo aprirebbe comunque ulteriori mercati sia in termine di pubblico che viene ad assistere, potrebbero essere anche degli spagnoli, non è quello il tema, l’idea è quella di andare in mercati dove la pallavolo italiana è molto forte, molto trainante, e noi ne abbiamo parecchi dove il movimento del volley è grande, ma dove non c’è un livello qualitativo importante. Andare a prendere questi giocatori, portarli qua da noi, allenarli, ovviamente con investimenti molto forti da parte di questi fondi ma anche da parte degli stati d’origine, è un’idea che stiamo iniziando a frequentare, questo deve portare di conseguenza anche appassionati stranieri in Italia. Lo vediamo molto con il Giappone, ce ne sono tre in Italia, e a ogni partita ci anche dei viaggi organizzati, proprio dal Giappone. Questa cosa chiaramente si è interrotta negli ultimi mesi, ma due anni fa avevamo tantissimi voli charter, gite organizzate per vedere i giocatori giapponesi giocare”