Stefano Lavarini è il nuovo ct della nazionale polacca femminile. Ennesima tappa all’estero della sua carriera sin qui piena di risultati. Un riconoscimento meritato per un allenatore sicuramente di provato valore.
Intervistato da Sara Kalisz, per tvpsport.pl ha raccontato come è nata la decisione di partecipare al “concorso” per divenire ct della Polonia e di come afronterà il lavoro
SFIDA DA SOGNO – “Il ritorno dalle Olimpiadi di Tokyo è stato il momento in cui ho iniziato a pensare a cosa fare dopo. E’ stato allora che si è presentata l’opportunità di stabilire una cooperazione con la squadra polacca. Ho pensato a questo lavoro per diversi mesi. Ho lavorato sull’app, sui report dell’applicazione e più tempo ci dedicavo, più mi rendevo conto che era una sfida da sogno”.
CULTURA DELLA PALLAVOLO – “Dal momento in cui ho iniziato a lavorare con i giovani, ho avuto contatti con il team polacco di tanto in tanto. Era facile vedere che era stato costruito per una buona scuola di pallavolo. Grazie a questo, sapevo che la Polonia è un luogo in cui la cultura della pallavolo è molto forte. Lo ha confermato il pubblico che ama questa disciplina. È stato uno dei primi motivi che mi ha reso così interessato al nostro team. Grazie a alla partita giocata in VNL contro la squadra polacca, mi sono reso conto di quanti bravi giocatori di pallavolo ci sono qui con grandi prospettive. Inoltre, anche la giocatrice (Asia Wolosz ndr), che è gioca nella mia principale rivale in Italia, ha attirato la mia attenzione…”
WOLOSZ MIGLIORE AL MONDO – “Secondo me, è il miglior alzatore del mondo in questo momento. Inoltre, ho avuto contatti con Malwina Smarzek e ho anche potuto osservare da vicino lo sviluppo di Magdalena Stysiak”.
BATTUTO SANTARELLI – “La scelta della PZPS dipendeva da cosa notava in noi. È possibile che nella mia esperienza si sia visto qualcosa che si adattava perfettamente al profilo e alle esigenze della rappresentazione. Rispetto molto Daniele, è un grande allenatore che mostra grandi capacità nel lavorare con l’Imoco Volley Conegliano. L’anno scorso ha vinto tutto. È chiaro che aveva ottime possibilità di essere scelto per allenare la squadra polacco. Sono contento che sia stato lui con cui ho dovuto competere. Trionfa sempre in campo, ma alla fine ho avuto anche la possibilità di batterlo, anche se in un campo diverso”.
LUNGA ATTESA – “L’elezione è durata così tanto che alla fine c’è stato anche un incontro tra me e Daniele. Ci siamo detti che qualunque sarebbe stata la decisione della federazione, sarebbe andata bene. Non ho mai perso la fiducia, credevo di avere sempre un’opportunità di lavoro. Se non avesse funzionato, me ne sarei sicuramente dispiaciuto. Comunque ho vinto la competizione, sono molto felice e so che è valsa la pena aspettare. Mi piacerebbe mettermi subito al lavoro, incontrare persone e imparare tutto sulla cultura della pallavolo in Polonia. Lentamente andrò avanti e inizierò a lavorare su un rapporto per la federazione”.
OBIETTIVO OLIMPIADI – “Sono un uomo che fa un passo alla volta. Credo che lavoriamo per il nostro destino ogni giorno. Attraverso il duro lavoro quotidiano, siamo in grado di costruire qualcosa di grande. Punto di partenza? Ingresso tra i primi otto del mondiale (che si giocherà anche in Polonia ndr). Cosa c’è dopo? Uno degli obiettivi più importanti è quello di qualificarsi per le Olimpiadi. Queste due sfide sono le ragioni principali per cui ho voluto prendermi cura dello staff polacco. L’opportunità di giocare il Campionato del Mondo nel paese a cui sei lavori è estremamente attraente, indipendentemente dal risultato. Anche la prospettiva stessa di partecipare mi eccita! Inoltre, dopo quello che ho vissuto con la Corea a Tokyo, voglio tornare alle Olimpiadi il prima possibile. Il nostro team ha la possibilità di fare grandi cose”.
GRANDE PRESSIONE – “La pressione sarà alta, ne sono consapevole. Quando ho parlato con la federazione o i club coreani, ho detto che c’è sempre molta pressione a questo livello. Mi aiuta a pensare che le aspettative che ripongo su me stesso siano maggiori. La mia volontà di raggiungere grandi traguardi per me è ancora più importante della pressione che mi viene imposta dall’esterno”.