In una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il patron della Cucine Lube Fabio Giulianelli ha parlato della esistenza di una nuova condizione economica del movimento e detto a chiare note che la filosofia del suo club deve cambiare e che spera che tutte le società intraprendano la stessa strada. Ecco alcuni stralci del servizio di Valeria Benedetti e Gian Luca Pasini.
RAMMARICO – “Questa è la terza stagione difficile, all’inizio subisci, assorbi il colpo, ma questa è la terza stagione di sofferenza. Noi facciamo lo sport essenzialmente per passione, ma in questa situazione si perdono anche le motivazioni: il rapporto con i tifosi, con la gente che era davvero alla base del nostro progetto. Insomma una parte importante dello spettacolo è venuta a mancare, ma forse qualcuno non l’ha ancora capito. Penso a giocatori e procuratori che continuano a chiedere le stesse cifre ante-pandemia. E invece le cose sono molto cambiate: la scorsa stagione senza pubblico, questa siamo al 35%. Sponsor che sono in difficoltà. Ho il rammarico che come dirigenti-presidenti non siamo riusciti a creare, per egoismi personali, un fronte comune”.
FUTURO – “Dobbiamo guardare al futuro, trovare l’ossigeno e senza ossigeno non si vive, è il momento farci delle domande. La Lube, grazie a Dio, nel mondo della pallavolo si è creata una certa credibilità. Quindi dobbiamo cambiare verbo per la nostra filosofia: non più “comprare”, ma “costruire”. Fra l’altro è un momento in cui il rinnovamento (anagrafico) è quasi obbligatorio. Dobbiamo cambiare strategia: per un percorso che ci faccia vincere nuovamente entro un paio di stagioni. Chiaro che vincere resta nel nostro dna, ma con una diversa modalità. Anche perché per uno che è agonista vincere con una squadra che ha tre giocatori positivi credo non sia esattamente sport. E in questo la pallavolo non è sola”.
OBIETTIVI ATTUALI – “Sono assolutamente convinto che per la Champions League e per lo scudetto saremo di nuovo competitivi per vincere. Ma per il prossimo anno deve cambiare la strategia fra l’altro appoggiandoci alle professionalità e alla storia di questa società, quindi con Cormio e Blengini”.
NON MOLLARE – “Mollare è un verbo che non si addice a questo gruppo. Ma il cambiamento è necessario. E’ più importante costruire qualcosa che vincere un’altra Coppa Italia. Speriamo di mandare un messaggio anche alle altre società, anche se finora non è stato possibile fare fronte comune: lo stipendio di uno dei top player corrisponde a quello di 4 ragazzi!”.
STIPENDI – “Credo che sia necessario guardarci intorno e capire dove siamo. Quello che stiamo pagando è assolutamente anacronistico rispetto alla realtà attuale… Non è solo quella la questione. Abbiamo una filosofia che abbiamo sempre cercato di trasferire alla società sportiva. Ora ci siamo allontanati troppo e non vogliamo perdere di credibilità”
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