La vicenda del cambio al vertice di Modena Volley era inevitabile che avesse una coda. In molti aspettavano di avere la visione della cosa di Giuseppe Vinci, l’imprenditore americano (ma italiano di nascita) che ha fatto una trattativa che non è andata a buon fine con il club sino a pochi giorni fa di Catia Pedrini ed ora di Giulia Gabana. E oggi è arrivata con una intervista concessa in esclusiva a Marco Arcari per eurosport.it. Nella quale Vinci racconta come è iniziata la vicenda: “sono stato messo in contatto con la proprietà, senza propormi per primo, e abbiamo deciso di intavolare una trattativa per acquisire la società”
Trattativa che è saltata dopo l’ex-scoutman dell’Italia ai Giochi di Pechino 2008 ha approfondito la due diligence sullo stato della società emiliana: “In trattative di questa portata, la cosa più importante da fare è uno studio approfondito e meticoloso della società, per analizzare gli aspetti finanziari, economici e sportivi, capirne il valore e la situazione debitoria, la prospettiva di medio-lungo termine. Io sono entrato con questa concezione nella trattativa, fin dal giorno zero: creare un modello di sostenibilità con una responsabilità verso lo sport che sta cambiando. Una corretta due diligence (un’attività di approfondimento di dati e informazioni relative all’oggetto di una trattativa economica, ndr) è un passaggio obbligato, per pianificare il futuro con investimenti e margini di crescita. Comprendo le tempistiche, ma purtroppo, col mio team non abbiamo avuto l’opportunità di analizzare tutta la documentazione necessaria per avere un quadro definitivo e completo del Modena Volley e quindi calcolare l’impegno necessario per un piano di ricapitalizzazione completo. Mi fa sorridere leggere di “richieste particolari” perché, nella mia esperienza imprenditoriale, in realtà si tratta di condizioni standard. Non è però colpa di un singolo, né di Pedrini o tantomeno di Gabana. È un approccio figlio di decenni di mecenatismo sportivo in Italia, i cui modi di essere iniziano a non risultare più sostenibili nello sport di oggi”
Giuseppe Vinci alla domanda diretta sul perché i discorsi si sono conclusi senza un nulla di fatto spiega: “In questa trattativa, dal mio punto di vista, non ci sono state le basi necessarie per concluderla in modo positivo senza che il mio senso di responsabilità venisse meno o quantomeno fosse messo a rischio. Da imprenditore e professionista io devo riconoscere a tutti che lo sport sta cambiando. Le società storiche della nostra Pallavolo, tra cui ovviamente c’è Modena, meritano una prospettiva di ampio respiro che si autoalimenti, che sia virtuosa e sostenibile. Questo necessario cambiamento non è semplice, anzi è molto complicato da capire e da vivere. È noto a tutti che a Modena ci fossero contratti pluriennali molto onerosi con grandi atleti, così come è chiaro che la Pandemia abbia causato gravi sofferenze economiche a tutti i club. Modena però non è una società che vive di mecenatismo sportivo vecchio stile e ha forse sofferto un po’ di più rispetto agli altri club, così i già citati contratti hanno fatto venire tutti i nodi al pettine. Voglio continuare a rispettare la riservatezza della trattativa, come fatto finora, però trovo strano e inaccettabile che si affermi che io abbia rallentato il tutto perché “inconsistente”. Fin dall’inizio, mi sono fatto affiancare da vari professionisti, per valutare l’investimento in maniera seria e celere, e sono tornato due volte in Italia, a dimostrazione del mio reale interesse. Quando abbiamo ritenuto che non sussistessero le condizioni per procedere, mi sono tirato indietro in anticipo rispetto alle scadenze, proprio per dar tempo a Modena di fare passaggi diversi e rispettare appunto quel senso di responsabilità cui accennavo prima”.
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