(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Le azzurre non sono riuscite ad arrivare nella finale per il titolo Mondiale, ma l’Italia è egualmente presente. A sfidare il Brasile ed a cercare di mantenere Boskovic e compagne sul tetto del mondo, c’è Daniele Santarelli, il tecnico di Foligno che con la sua Imoco sta facendo la storia in Italia a suon di scudetti, anche in Europa e nel Mondo.
Daniele Santarelli tecnico vincente, grande amante della pallavolo. Passione che condivide in famiglia con Monica De Gennaro, il fenomenale libero tricolore, che questa sera tiferà per il suo “Dani” dopo aver giocato per la medaglia di bronzo contro gli Usa.
A 24 ore dalla finale Mondiale contro il Brasile, Santarelli ci ha raccontato come ha iniziato e come ha vissuto questa grande avventura sulla panchina delle campionesse uscenti: “Io avevo una grande curiosità per questa squadra, campione del mondo e vicecampione d’Europa. Sapevo che ci sarebbe stato un grande ricambio, perchè se guardiamo il sestetto base, soltanto due sono le reduci dell’ultima nazionale: una è la “stella” Boskovic e l’altra è Bianka Busa, Insomma la squadra è molto cambiata, ma io ero convinto del suo valore perché conoscevo altre giocatrici, un po’ perché mi ha sempre incuriosito la loro qualità e la loro dedizione al lavoro. Ero convinto che qualche cosa di buono l’avrei potuto fare. Nella mia testa c’era l’idea di poter arrivare in alto in ogni competizione, perché volevo dimostrare di potermelo meritare quello che mi era stato dato. Abbiamo lavorato a testa bassa, nella Nations League siamo stati la rivelazione di quella manifestazione dove senza una stella come la Boskovic, abbiamo sfiorato la finale contro l’Italia. Nella seconda parte sapevamo che la pressione sarebbe aumentata, con il ritorno di Boskovic e dopo quella medaglia di bronzo ci sarebbero state aspettative più grandi su di noi”
Il torneo iridato della Serbia targata Santarelli è stato un crescendo, fatto di sole vittorie: “Sin qui abbiamo fatto un Mondiale positivo, bello, grazie alla rotazione delle giocatrici. In tante hanno risposto in maniera positiva anche in questa panchina è stata un po’ la nostra arma vincente. Ho sempre pensato che in una competizione così lunga bisogna poter contare su tutta la rosa a disposizione. E’ stato un torneo estenuante, molto stancante per le ragazze. Ed anche per noi che studiamo tutti i giorni le squadre avversarie. Adesso manca l’epilogo e soltanto dopo la finale sapremo se siamo stati “bravi bravi” o siamo stati solo “bravi” ma senza quella bellissima ciliegina sulla torta”.
Oggi per la Serbia del tecnico umbro c’è l’ultimo ostacolo: Affrontiamo in finale una squadra che come noi ha fatto un cammino incredibile. Il Brasile è stata sin dall’inizio una delle favorite di questo Mondiale, sapevamo che anche loro stanno vivendo un ricambio generazionale come noi. Per certi aspetti potevano pagare questa situazione: ma la quantità di talenti che hanno e chi li guida, Zè Roberto il migliore al mondo, gli ha permesso di recuperare un quarto di finale incredibile e di battere l’Italia per la seconda volta. Insomma si sono davvero meritati questa finale”.
Serbia e Brasile due squadre diverse: “Loro hanno tantissimo equilibrio, molta velocità di giocoe tanto talento. Non hanno un attaccante di riferimento come noi, ma hanno molto più equilibrio e tante giocatrici intercambiabili” ha sottolineato Santarelli parlando dell’ostacolo che trova in finale “Noi siamo un po’ più “sbaglioni”, ma proviamo ad essere egualmente efficaci. In questa finale si affrontano due squadre che giocano una pallavolo differente, ma egualmente meravigliosa allo stesso momento: io ho sempre ammirato la scuola brasiliana, ho provata a portarla anche a Conegliano. In Serbia ho dovuto adattare il mio modo di vedere il gioco perché le interpreti sono differenti”.
Santarelli infine ci ha confessato: “Non è il momento di chiedermi quanto sono contento. Io sono sereno. Quando mi è stata data questa panchina volevo dimostrare che me la meritavo. L’aver potuto competere con i migliori ed aver stretto la mano prima a Karch Kiraly e Giovanni Guidetti, ed oggi con Zè Roberto, l’essere in mezzo a loro è un sogno che si realizzaLa Federazione Serba mi ha dato una opportunità grande, ha creduto in me ed io voglio dare il 100% sino alla fine”
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