Pallavolo Storie – Luca Spirito, un po’ discepolo ed un po’ maestro nella Verona dei 3 bomber

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Luca Spirito guida l’avanzata di Verona alle posizioni nobili della classifica di Superlega. La crescita del palleggiatore ligure è direttamente proporzionale a un roster, quello di Verona, sempre più competitivo e con ampi margini di crescita. La squadra occupa il quarto posto in classifica momentaneo con la sensazione che in queste prime 9 partite si potesse ottenere anche qualcosa in più: ”Sicuramente nelle partite più impegnative c’è mancata un po’ di esperienza come contro Civitanova e Modena.. mentre contro Taranto è mancata un pò di unione in campo da parte nostra. Noi crediamo di poter stare nelle prime quattro posizioni. Secondo me possiamo migliorare ancora molto, dobbiamo lavorare in palestra consci che quanto fatto fino ad ora non basta. Il campionato è ancora lungo, dobbiamo prefissarci degli obiettivi e cercare di raggiungerli. In questo campionato equilibrato la rivelazione è Cisterna per le vittorie di prestigio che sono riusciti ad ottenere”.
Mozic, Keita e Sapozkhov garantiscono una grande efficienza in attacco, fattore che inevitabilmente aiuta in partita anche il regista: ”Avere dei giocatori del genere aiuta sempre un palleggiatore. Sto usando l’esperienza visto che sto “invecchiando” e certe situazioni riesco a gestirle meglio”.
Spirito è al settimo anno a Verona, il sesto consecutivo, diventando un simbolo della squadra dopo la rivoluzione delle ultime stagioni: ”Non mi sento un’icona, però sono il terzo giocatore più anziano della squadra e sento di essere da esempio per i ragazzi più giovani. Cerco di essere il miglior compagno di squadra possibile e dove posso insegnare qualcosa darò il mio contributo”.
Il dualismo con Raphael ha permesso di fare un ulteriore step qualitativo: ”Rapha è un maestro incredibile per me. Tutti i giorni dalla mattina alla sera mi dispensa nozioni che sono fondamentali e io assorbo tutto come una spugna. Cerco di utilizzare tutto quello che mi ha insegnato nel miglior modo possibile. L’anno scorso fare ciò è stato un po’ difficile a causa dei problemi fisici che mi hanno condizionato ma il suo aiuto è stato fondamentale e lo è tutt’ora”.
Avere una squadra alle prime esperienze nel campionato nostrano ma dalle grandi doti può rappresentare a volte un vantaggio. ”Avere una rosa così giovane ha due lati della medaglia: quando giochi contro squadre più forti di te non hai nulla da perdere e riesci a giocare tranquillo. A noi quest’anno è andata bene, soprattutto con Piacenza e Trento dove abbiamo messo in campo tutta la nostra voglia di vincere, in altre come a Modena l’esperienza non ci ha permesso di fare risultato”.
Sulla possibilità di ottenere una chiamata in nazionale Spirito non si nasconde: ”Quello c’è sempre. Non dipende solo da me perché in Italia ci sono tanti palleggiatori bravi, il sogno c’è, chiaramente poi spetterà all’allenatore decidere”.

Foto di Giancarlo Dalla Riva