(Carlo Lisi per il Corriere dello sport) Perugia è pronta per dare il primo assalto al Mondiale per club, che scatta nella tarda serata di domani a Betim, in Brasile. Invitata dopo il forfait dei campioni d’Europa dello Zaksa Kodzyerzin-Kozle, la squadra umbra ha attraversato l’oceano per portare a casa il titolo di Campioni del Mondo per club.
Sulla panchina della squadra di fuoriclasse allestita dal presidente Gino Sirci, siede Andrea Anastasi.
Arrivato in Umbria nella scorsa estate per guidare una squadra di stelle, con cui ha già vinto la Supercoppa a novembre e stabilito un record: un girone di andata di Superlega fatto di sole vittorie da 3 punti.
“Mi hai ricordato due momenti centrali della mia carriera, da giocatore prima e poi da allenatore. Due situazioni che mi hanno dato anche la convinzione di credere nelle mie possibilità. La prima come giocatore, quando ho avuto la fortuna di far parte del grande gruppo di Velasco. E la seconda volta la prima come come ct della nazionale italiana (Anastasi ha guidato anche la Spagna, la Polonia e il Belgio). E’ un ricordo lucido eravamo arrivati a Mar del Plata con tanti problemi, tanti giocatori a riposo. Abbiamo subito centrato un risultato che ha fatto bene a me come allenatore ed alla nazionale italiana contemporaneamente”
Torna in Sudamerica con una squadra che effettivamente è una corazzata, per conquistare un trofeo che è tra gli obiettivi più importanti della stagione.
“E’ un Mondiale difficilissimo. In primis per le difficoltà organizzative che dobbiamo affrontare. Per giocarlo abbiamo dovuto attraversare tutto l’oceano in pieno campionato, poi perché non so come sarà l’organizzazione con i brasiliani che si sono messi il loro giorno di riposo dopo 2 partite, invece a noi ci hanno messo 4 partite consecutive, senza nessun intervallo tra le due gare della pool e le due della fase finale. Da questo punto di vista si capisce bene che non hanno tenuto in nessuna considerazione le squadre europee, hanno semplicemente cercato di avvantaggiare le squadre brasiliane. E’ una cosa che mi lascia perplesso, però pazienza. Noi abbiamo la consapevolezza di avere un roster lungo. Cercheràò di gestire nella migliore maniera le risorse che ho a disposizione”.
Un grande organico davvero.
Tre grandissimi campioni in squadra come Giannelli, Leon e Semeniuk, più un altro come Plotnytsky che anche se non parte sempre titolare sta spingendo fortissimo. Chi è il più importante in squadra?
“Domanda complicata perché sono tutti importantissimi e bravissimi. Io vado oltre perché queste possono essere le stelle della squadra, ma come hai sottolineato Plotnytskyi non è da meno, Colaci in tutta la sua carriera ha dimostrato di essere un grande, Roberto Russo, Flavio e Seba Solè sono altri giocatori molto importanti. Io faccio fatica a fare una graduatoria.”.
Giannelli si è capito subito che sarebbe stato un grande personaggio in campo, ma importante anche fuori aiuta molto anche i compagni e l’allenatore?
Dopo il Mondiale sarete catapultati ancora in Champions e sul campionato: ma non c’è modo di evitare che gli atleti giochino 80-90 partite l’anno?
“Questo è un problema atavico. Quando lo sento citare mi ricordo che nella stagione 1989 io Andrea Anastasi avevo giocato 91 partite ufficiali tra club e nazionali: non è cambiato nulla. Nella pallavolo, come nel calcio. L’unica alternativa che abbiamo è quella di disporre roster lunghi come abbiamo qui a Perugia, avere delle alternative e fare delle scelte su cui puntare di più. Quando torneremo dal Mondiale punteremo direttamente sui quarti di Coppa Italia, che dopo il Brasile sarà per noi il match più importante”.
Foto di Michele Benda