L’Ural Ufa è la squadra rivelazione della Super League maschile russa. Occupa attualmente il quarto posto in classifica ed è entrata tra le big del campionato. Nelle sue file gioca Il posto 4 iraniano Amirhossein Esfandiar (classe 1999 210cm) Due volte campione del Mondo a livello giovanile (nel 2017 con l’U19 e nel 2019 con l’U21). Sinora è stato uno dei migliori giocatori del torneo. Intervistato da Bo Sport, ha raccontato molto della sua carriera e non si è tirato indietro nel parlare dell’attuale situazione che si sta vivendo in Iran, in cui ormai da mesi divampano proteste per l’oppressione a cui sono sottoposte le donne e le repressioni che ne sono conseguite, e delle situazioni che hanno vissuto o stanno vivendo due suoi compagni di nazionale Mousavi ed Amin.
Esfandiar, ha giocato una stagione in Belgio, poi è tornato in patria prima di affrontare questa fruttuosa esperienza all’Ural, il martello ha raccontato anche di aver avuto nel sorso dell’estate altre offerte dall’estero: “Ho davvero ricevuto offerte dalla Polonia, oltre che dall’Italia e dalla Turchia, ma sono sorti problemi. Le offerte sono arrivate prima dei Mondiali (dove non ha partecipato èer scelta dei tecnici ndr). Poi ho voluto concentrarmi sul torneo e non sulla scelta della squadra. E dopo ho ricevuto solo un’offerta: da Ural. Il resto delle squadre non mi ha aspettato… Prima del trasferimento mi sono consultato con la dirigenza e l’allenatore della nazionale iraniana. Tutti dicevano che la pallavolo in Russia sarebbe stata perfetta per me. Ci sono anche molti giocatori forti che mi aiuteranno a migliorare. Qui devi sempre giocare sotto pressione con il massimo impegno”.
Parlando di Mousavi ha ripercorso sia la rinuncia dell’ex-Piacenza al Mondiale, sia il successivo ritiro del passaporto per aver espresso delle opinioni contrarie a quelle del governo: “Quando Mousavi ha rinunciato alla nazionale, ovviamente eravamo sconvolti. Mi sembra che abbia cercato di aiutare tutti e rimediare alla situazione contattando il presidente della federazione di pallavolo attraverso la stampa. Ma non so molto di più”. Poi sull’impossibilità del centrale di potersi recare all’estero ha risposto in maniera diplomatica: “È triste. Ma penso che continuerà a combattere e difendere la sua opinione”.
Un’altra storia di risonanza nella pallavolo iraniana è legata ad Amin Ismailnejad, che sarebbe potuto andare a giocare all’estero, ma è finito nell’esercito e gioca per il club dell’esercito: “Sì, adesso è un soldato. Abbiamo fatto appello alla federazione per Amin, chiedendole di aiutarlo in modo che non perdesse la sua condizione fisica e tecnica. In Iran, ha rafforzato la sua squadra (e con il Paykan ha giocato il Mondiale per club ndr). So che prima dell’inizio di questa stagione aveva ricevuto offerte dall’Italia e dalla Polonia. Spero che dopo il servizio militare andrà tutto bene per la sua carriera”.
Esfandiar ha parlato anche l’assurda condizione sociale in cui vivono le donne iraniane. Delle proteste esplose dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata dalla vice polizia: “La situazione in Iran non è delle migliori. Molti cittadini sono sconvolti o arrabbiati con il governo. Non credo che nessuno nel paese voglia che il conflitto si intensifichi. Spero che la situazione migliori presto” – Poi parlando dei problemi che incontrano le donne persiane per poter giocare a pallavolo – “Io stesso non capisco appieno le ragioni di questa situazione. Penso che tutto venga dal governo. Spero che presto le donne iraniane possano vivere in maniera più facuile, con meno impedimenti”.
Fonte: sport.business-gazeta.ru