Che fosse un grande prospetto lo si è capito subito. Tutto è iniziato con la nazionale giovanile dell’Ucraina che ha vinto il primo argento della sua storia a EuroVolleyU19 2016. Si parlò dell’eccezionalità di Plotnytskyi dopo le semifinali di quel torneo, quando l’Ucraina stava perdendo contro l’Italia 9-13 al quinto set, ma sei suoi servizi consecutivi di Oleh portarono la vittoria la sua squadra, fu nominato MVP della competizione e da quel momento tutto è filato liscio.
Intervistato in patria da Ivan Verbytskyi per Sport.eu. Tra le tantissime cose raccontate ha parlato del gruppo coeso della squadra, ma soprattutto del suo attuale tecnico Andrea Anastasi e del suo “capitano” Simone Giannelli
IL CALENDARIO INTERNO – “Problemi negli avvicendamenti di gara in gara? No, perché ci siamo abituati. Scherziamo tra giocatori dicendo che abbiamo il nostro calendario interno delle partite. Io e Wilfredo Leon giochiamo un incontro, Leon e Kamil Semenyuk a quello successivo, poi io e Kamil. Il tecnico Andrea Anastasi dice in anticipo chi giocherà in quali partite. Se qualcosa non funziona per qualcuno, l’allenatore effettua una sostituzione. Anastasi è uno specialista a cui piace cambiare e trovare le chiavi della vittoria durante la partita.
IMPATTO POSITIVO – Non ho notato un impatto negativo. Al contrario, ce ne è uno positivo. La competizione motiva a lavorare di più in allenamento. Tutti vogliono dimostrare che sono pronti. Io, Leon e Semenyukabbiamo un buon dialogo, normalmente, discutiamo di tutti i momenti del gioco e… non mancano le battute tra di noi”.
GIANNELLI FANTASTICO – In effetti, Simone è un giocatore fantastico. Ha solo 26 anni. Se si considera che i palleggiatori raggiungono la giusta maturità tecnica intorno ai 30 anni, Giannelli è arrivato a questo molto più velocemente. Simone si distingue non solo per la sua capacità di alzare, può segnare anche tanti punti. Inoltre, i registi sono solitamente un po’ più bassi di altezza e, di conseguenza, per questo motivo non sono sempre efficaci a muro. Giannelli con i suoi due metri non ha questo difetto. È difficile anche per gli attaccanti più forti segnare su di lui. Simone è un giocatore versatile che emerge in qualsiasi fondamentale. È un ottimo muratore, serve bene… Definirei Giannelli non tanto un alzatore, ma un universale.
I LEADER DELLA SIR – Cerchiamo di essere uniti. E meglio distinguere chi è il leader in Giannelli e Leon lo sono per quello che fanno in campo. A loro aggiungerei il nostro libero 37enne Massimo Colaci. Lo definirei il mio “personal trainer” in campo. Dà ottimi consigli, in tutte le situazioni. Potrebbe non essere evidente per il pubblico, ma abbiamo una grande interazione sul campo. Se parliamo dello spogliatoio, sono probabilmente il più divertente. L’argentino Sebastiano Solè mi sta aiutando in questo ruolo con successo. In generale, facciamo in modo che se c’è tensione, viene rapidamente interrotta con battute supportate da tutti i giocatori. Cerchiamo di mantenere un’atmosfera positiva. Ciò influisce notevolmente sulle azioni in campo”.