Pallavolo Storie – Dragan Travica: “Sono venuto in Grecia perché volevo godermi gli ultimi anni da protagonista”

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Arrivato alla corte di Alberto Giuliani in estate per sposare la causa dell’Olympiakos Pireo, Dragan Travica non nasconde la felicità della sua scelta: ”Qui in Grecia si vive benissimo, la gente è molto ospitale come da noi in Italia e il clima mite aiuta. Qui tutti gli sport che fanno parte di club importanti come Olympiakos o Panathinaikos sono come una religione. Nella pallavolo si rivedono situazioni che trovi anche nelle partite di calcio o basket: grandi derby tra le franchigie più importanti che sono delle polisportive. Qui all’Olympiakos abbiamo 13 discipline differenti in un discorso simile anche per AEK, PAOK e Panathinaikos. In queste partite capita di vedere un pubblico aggressivo nei derby simile a quello del calcio nostrano. C’è grande fermento ed è un’esperienza diversa dalle partite di volley in Italia, mentre in alcuni incontri non c’è così tanto pubblico. Il livello di gioco invece è più alto di quanto mi aspettavo. Perugia voleva rinnovarmi il contratto ma nel periodo della Coppa Italia ho chiuso la trattativa in poco tempo. Io volevo godermi gli ultimi anni da protagonista, mi stava arrivando un figlio e volevo restare in Italia, ma quando è arrivata la chiamata di Giuliani l’idea mi ha stuzzicato subito. Stimo il coach e la possibilità di vincere trofei con questo club era lo stimolo che cercavo. Ad oggi è presto per parlare di futuro ma sicuramente mi piacerebbe tornare in Italia a giocare perché è la mia casa”.
L’ultimo club in Italia per Travica è stata Perugia, squadra costruita per vincere dove nel secondo anno l’esperto palleggiatore ha vestito i panni di comprimario alle spalle di Giannelli: ”Ho fatto parte di un gruppo bellissimo e nonostante mi allenassi consapevole di fare il secondo l’atmosfera era fantastica e si giocava sempre ad altissimo livello. Potevamo chiudere con qualche trofeo in più, ma mi ha insegnato altre sfaccettature di questo sport. Per il rapporto che si era creato con club e tifosi lo considero un anno positivo. A Giannelli credo non manchi nulla. Con lo scorso mondiale ha aumentato la sua leadership. Vincere ti aiuta a fare uno step in più e il mondiale lo ha aiutato molto su questo. Lui mi ricorda molto quando avevo vent’anni per qualità fisiche. Un giocatore come lui non ha difetti tecnici. In ottica futura potranno dire la loro sicuramente anche Porro e Boninfante in quel ruolo avendo un grande potenziale”.
Travica ha giocato nei club più forti al mondo imparando una mentalità vincente che ora può tornare ancora più utile: ”Giocare in Superlega per il livello del campionato ti lascia sempre qualcosa, che sia con la maglia di un top club o con quella di Padova ad esempio. Avere la necessità di essere sempre al top te lo porti anche quando vai all’estero anche se in ogni esperienza si impara qualcosa”.
I ritmi forsennati per gli atleti impegnati tra nazionale e campionato stanno accorciando la durata media di una carriera ad alti livelli, un fattore che si sta sempre di più accentuando in questo periodo: ”Qui in Grecia si gioca più che in Italia ma il problema sorge nei giocatori più forti al mondo che sono quelli che a fine anno giocano più partite. In NBA si gioca ancora di più, la soluzione sta nel mettere il giocatore nelle migliori condizioni possibili ogni giorno. Tutto ciò che gira attorno alla performance dei giocatori deve essere ad alto livello”.