(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) Probabilmente sarà uno di quei casi verrà ricordato a lungo tra gli appassionati dello sport delle schiacciate e non verrà nemmeno dimenticato dai due direttori di gara, Ruggero Lorenzin di Vicenza ed Emilio Sabia di Potenza, che probabilmente presi dalla tensione di dover dirigere un match tiratissimo, hanno avuto una grandissima “distrazione”. Parliamo dell’ormai “famoso muro” del libero di Belluno, Martinez e lo facciamo prima della decisione federale sul ricorso della società abruzzese, che per nostra esperienza ha possibilità praticamente nulle di venire accolto.
A quanto scritto in un comunicato ufficiale di proteste dell’Abba Pineto, la Pallavolo Belluno probabilmente giustamente non ha risposto con nessun atto ufficiale, ma il Dg del club veneto, Franco Da Re lo ha fatto attraverso un’intervista con il Corriere delle Alpi. Di cui riportiamo uno stralcio
Martinez a muro ci è andato, partiamo da tale considerazione. Ma fino dove può spingersi il giudice?
“Non ci sono dubbi: è una macroscopica svista arbitrale. Ma pur ribadendo la gravità dell’errore, facciamo fatica ad ipotizzare sia tale da non rendere valido il risultato di 3-2. Per quanto inspiegabile sia stata la decisione, la ripetizione della partita aprirebbe un precedente. Sia chiaro, noi saremmo disposti a scendere di nuovo in campo, ma al tempo stesso io andrei avanti con almeno tre o più reclami a partita su situazioni dove viene a verificarsi uno sbaglio a mio sfavore”.
E’ proprio questo il problema nel volley degli anni 2020, certi errori che finivano nel dimenticatoio immediatamente in passato, oggi rimangono documentati dai mezzi che tutte le società utilizzano. Se nei campionati più importanti viene utilizzato il video-check in Italia e il Challenge a livello mondiale, non si può far finta che i mezzi tecnici non siano legittimi da visionare e prendere in considerazione, soprattutto in un campionato come la serie A3 che tramite i canali ufficiali della Lega viene trasmessa in diretta.
Mamma Fipav ormai da anni punisce atleti e dirigenti per quel che viene detto e fatto a fine match o al di fuori del terreno di gioco, anche se non menzionato nel referto arbitrale. Crediamo che questo episodio, accaduto in mezzo al campo durante una importante fase di gioco, può aprire una strada per ammettere ufficialmente la “prova tv” in tutti i campionati.
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