Erano oltre mille gli spettatori che, sabato sera, hanno tifato per la Megabox: un pubblico entusiasta e che, nonostante l’1-3 finale con Novara, ha applaudito le Tigri al termine della partita e fatto festa con loro. Con Novara le Tigri erano partite alla grande, giocando un primo set di altissimo livello: “Siamo stati molto attenti e ordinati in tutti i fondamentali – dice coach Mafrici -, in particolar modo nella scelta dei colpi di attacco (con una precisione del 72%, ndr.) e nel fondamentale della ricezione, dove abbiamo limitato al minimo gli errori diretti contro una squadra che ha degli ottimi battitori”. Novara è stata decisamente più aggressiva nel secondo set e Vallefoglia ha perso un po’ di continuità nel cambio palla. “Anche in contrattacco non sempre siamo stati precisissimi – aggiunge l’allenatore biancoverde -. Abbiamo forzato delle situazioni che potevamo gestire meglio dal punto di vista tattico, senza regalare il punto diverso all’avversario”. Nel terzo e quarto set, infine, la qualità dell’attacco è stata altalenante e Novara, specie nelle parti centrali dei due parziali, ha accumulato un vantaggio che – pur lottando fino alla fine – è stato difficile da colmare”.
Un calo che ha permesso alla fanese Ilaria Battistoni, regista di Novara, di affidare con una certa continuità il terzo tocco a Karakurt (19 punti, uno in più di Kosheleva e Drews) e Carcaces, che l’anno scorso erano state determinanti per accompagnare Vallefoglia alla salvezza anticipata. “Soprattutto Kenia – fa notare a freddo Mafrici -, dopo un avvio un po’ in sordina, è salita sugli scudi, ha preso la squadra in mano ed è diventata incontenibile in attacco”.
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