“Racconta la tua squadra… facile, no? Si potrebbe riempire un’enciclopedia intera: A come Angelica, che dice che non è colpa sua se ha il 45 di scarpe e in battuta pesta la linea. B come Beatrice, che nelle foto sembra stia facendo karate invece che pallavolo. C come Chiara, che si lamenta del lunedì, ma non sopporta nemmeno il martedì e il mercoledì… E si potrebbe andare avanti così per ore, perché siamo 16 giocatrici, 16 teste, 16 cuori che, per quanto disparati, hanno imparato a battere insieme, hanno trovato un ritmo, un equilibrio tanto delicato, quanto potente, frutto di una sinergia unica e irripetibile. E si sa che quando c’è la giusta dose di passione e di volontà e un pizzico di follia anche le cose più magiche possono accadere.
C l’aspettavamo? Direi proprio di no, e credo di poter parlare a nome di tutte. Eppure questo risultato non può essere ascritto ad una mera casualità: è stato un progetto germogliato in silenzio, inconsciamente, poi diventato sempre più palpabile, vivo, di pari passo con la consapevolezza di avere le potenzialità per costruire qualcosa di importante, di poterci credere davvero e da allora non ha più lasciato spazio ad abbagli e ripensamenti. E se la magia si è trasformata in realtà è stato grazie ad un gruppo che si è stretto intorno all’obiettivo, l’ha custodito gelosamente, l’ha coltivato dimostrando di non essere disposto a mollare, ben sapendo che “rinunciare” e “arrendersi” non avrebbero nemmeno dovuto varcare la soglia della palestra. “Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi; io scommetto che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, signori miei.” diceva Al Pacino nei panni di un allenatore di football americano in Ogni maledetta domenica e penso che, nel piccolo universo del nostro “Palasolteri”, sia successo veramente. Una squadra eterogenea in termini di età, esperienze, attitudini, su cui nessuno all’inizio di questa stagione avrebbe scommesso, a buon diritto, d’altronde. Una squadra che si è formata pian piano, che ha visto la sua rosa completarsi a cammino già iniziato, petalo dopo petalo e che ha saputo riconoscere nella passione per un pallone il proprio collante. Non era affatto scontato riuscire ad amalgamare individualità così distanti in un gruppo in cui si fondevano interrogazioni, esami universitari e riunioni di lavoro e credo che l’ingrediente segreto di questa coesione sia stata la dedizione di due allenatori, che non hanno esitato ad investire il loro tempo e le loro energie, e di sedici ragazze, che hanno condiviso molto di più di un campionato. Infatti agli allenamenti, all’impegno e alla fatica si è affiancato il piacere di stare insieme anche al di fuori della palestra, condividendo momenti di vita, dalla festa di Natale alla sfida al paint ball, per non tradire quell’originalità forse un po’ folle che ci contraddistingue e ci ha permesso di superare debolezze individuali, motivi di sconforto e qualche delusione. E alla fine C l’abbiamo fatta”.
Roberta Pellè
Lo staff tecnico: Domenico Sassolino (Coach); Hysen Bektashi (Dirigente/Aiuto Coach); Lorenzo Vettorazz (Preparatore atletico); Roberto Lucin (Dirigente).