Le restrizioni stabilite nella V.League nipponica, riguardo alle inquadrature video e fotografiche che in qualche modo posso ledere la dignità delle atlete al campionato femminile hanno porta all’emissione del primo ‘Daspo’ (per dirlo alla italiana) nei confronti di uno spettatore. La punizione scaturisce dal fatto accaduto nella sede del V1 Women’s Tournament svoltosi nelle scorse settimane, dove è stato scoperto che uno spettatore stava filmando in un modo che potrebbe ferire la dignità dell’atleta. In risposta a questo incidente, a seguito di un’attenta valutazione è deciso di vietare temporaneamente alla persona interessata di essere presente alle competizioni e agli eventi del campionato del Paese del Sol Levante. L’episodio corrisponde a “osservazioni o atti discriminatori o offensivi” e “fastidiosi come il voyeurismo” tra i 15 articoli proibiti definiti nelle regole comuni che l’organizzazione del campionato giapponese chiede agli spettatori di rispettare, stabilendo preventivamente che “l’accesso a partite diverse dalla partita in cui è stata commessa la violazione sarà rifiutato”. Per il momento, a detta persona è vietato l’accesso alle partite e agli eventi ospitati e supervisionati dalla V.League e dalle squadre affiliate a questa lega.
Un ‘QR code’ contro il sessismo quotidiano nello sport
Organizzata dalla South African Volleyball Association, il 15 e 16 aprile si è svolta a Durban un torneo open di beach volley, alla quale hanno partecipato otto diverse squadre delle migliori atlete di beach volley sudafricane. Questo è stato trasmesso in diretta dalla SABC raggiungendo un pubblico stimato di 19,7 milioni in Sud Africa. Nell’ambito dell’iniziativa “Change The Angle”, le giocatrici indossavano codici QR sui loro corpi, le stesse aree su cui le emittenti sportive tendono a concentrarsi.
Una volta scansionato, il codice indirizza lo spettatore a un film realizzato da LUX, in cui le atlete di diverse discipline invitano le emittenti e le telecamere a “cambiare l’angolazione” di come vengono ritratte le atlete, concentrandosi sui loro punti di forza e puntando l’obiettivo sulla loro abilità sportiva, piuttosto che i loro attributi fisici. Il video evidenzia statistiche scioccanti riguardanti la copertura sportiva sessista, tra cui “2500 immagini che oggettivano le donne riportate alle Olimpiadi del 2021” e include significative dichiarazioni delle atlete stesse. Termina con sei suggerimenti di buone pratiche per i media su come dovrebbero essere ritratte le campionesse delle varie disciplina.