(Giovanni Armanini* per iVolleymagazine.it) Ciclicamente Kaweh Niroomand, ambizioso amministratore delegato di Br Volleys Berlin, auspica che il suo club possa giocare nella lega polacca. “Non possiamo crescere in una lega in cui ci siamo noi, Friedrichshafen e due altri club” va ripetendo. L’argomento è tornato d’attualità dopo che, davanti a 8.553 persone, la sua squadra sabato ha vinto la Bundesliga per la settima volta consecutiva. Quando vedi un palazzetto stracolmo come la Max Schmeling Halle, che vanta anche le migliori affluenze in Champions league (8500 persone anche contro Perugia), intuisci che se il volley uscisse dai suoi schemi precostituiti potrebbe creare in Europa quello che l’NBA è per il basket negli USA.
Oggi Berlino è isolata: impossibile andare oltre a causa del modello organizzativo della pallavolo europea (simile a quella di altri sport a partire dal calcio). Niroomand stima la differenza di budget tra il suo club e Perugia (che lo ha battuto nei quarti di Champions) tra i quattro e i sei milioni di euro, motivo per cui non sarà un’opzione concentrarsi sulla Champions League in futuro.
Ma a Berlino il problema del gap economico potrebbe anche essere colmato se la struttura delle competizioni fosse diversa. Non è un mistero che l’attrattiva del campionato domestico è decisiva per avere i migliori giocatori (e svilupparne internamente di validi).
A cambiare il quadro sarebbe l’ipotesi di far nascere nell’Unione Europea un torneo di volley sul modello della NBA americana di Basket. La Cev (come l’Uefa) rimanendo fedele alla sua genesi di federazione di federazioni non si fa promotrice di un torneo del genere. Ma il rischio che qualcun altro ci pensi è reale. E immaginare un torneo con tutte le maggiori piazze del volley (o anche nuove piazze emergenti dove intercettare importanti bacini d’utenza) non è certo impossibile.
Come nel calcio da più parti si sta sperimentando la crescente inadeguatezza della dimensione federale, dove l’ubicazione geografica pesa più del reale potenziale sia economico che di passione e tifo (bacino d’utenza). Due cose che peraltro nella visione americana vanno spesso di pari passo.
La Corte Ue dopo aver sentenziato nel 1995 sulla legge Bosman che indirettamente ha cambiato anche il volley, oggi si trova a doversi pronunciare su alcuni casi tra cui quello della SuperLega calcistica. E da lì potrebbe arrivare la spinta verso un sistema completamente nuovo.
Ragionando anche dall’Italia: sarebbe una brutta prospettiva?
*Giovanni Armanini (30 luglio 1977) Giornalista professionista dal 2009. Caporedattore di OneFootball, già coordinatore editoriale di Calcio e Finanza, negli ultimi 10 anni ha lavorato nel mondo sportivo e editoriale a Manchester ed attualmente a Berlino, dove cura anche il sito fubolitix.Substack.com