Pallavolo Storie – Randazzo dopo 15 anni torna a Catania: “Non sarà come giocare per qualsiasi altra squadra”

(Rosita Mercatante per iVolleymagazine.it) Un giocatore d’attacco e di esperienza. Il catanese Luigi Randazzo è pronto ad affrontare la sua 14ma stagione in Superlega dopo l’ultima esperienza in Egitto. Lo schiacciatore classe 1994 torna a casa, ai piedi dell’Etna, per indossare la casacca della sua città natale e di dare un contributo di qualità alla Saturnia Catania: “Dopo 15 anni che ho lasciato la mia città, rientrare mi rende felice. Non sarà come giocare per qualsiasi altra squadra. Qui mi sentirò maggiormente responsabile nei confronti della tifoseria. Ogni domenica ci sarà anche la mia famiglia sugli spalti”.
Conosce diversi suoi nuovi compagni e sa che sono atleti determinati: “Sono stato l’ultimo inserimento nel roster. Conosco quasi tutti i miei nuovi compagni. Con alcuni come Tondo e Cavaccini ho anche giocato insieme. Credo che sia una squadra equilibrata. So che cosa vuol dire disputare un campionato di Superlega con l’obiettivo prefissato della salvezza: ci saranno momenti difficili, dovremo fare gruppo e andare comunque avanti“.
Luigi Randazzo è un atleta di provata esperienza che ha vestito maglie importanti: da Civitanova a Vibo, da Verona a Padova e Cisterna: “A 19 anni ho debuttato in Superlega per cui ho accumulato tanta esperienza. Ci sono due tipi di giocatori: quelli che giocano per “salvare” le squadre e quelli che sono state costruite per vincere lo scudetto. Quelli della prima categoria sanno giocare, anche quando si perdono tante partite e ogni domenica si riparte da capo. In questo caso devi avere esperienza, starci con la testa anche quando le cose non vanno bene, senza farsi prendere dall’ansia”
In campo Gigi è un giocatore grintoso: “Mi reputo maggiormente un giocatore d’attacco, ma anche duttile. Sto cercando di migliorarmi continuo a lavorare su alcuni aspetti tecnici in particolare: sui colpi in seconda linea e in ricezione. Sono un atleta di carattere e questo mi aiuta a sopperire alle mie lacune con la voglia di fare bene e di vincere”.
Tra le tante esperienze è stata importante quella di Vibo Valentia con Gianlorenzo Blengini: “Ho ricordi molto positivi. Ero partito da terzo schiacciatore e alla fine ho concluso la stagione giocando quasi tutte le partite. Da lì ho avuto la prima convocazione in Nazionale. Quello è stato l’anno che mi ha fatto partire per spiccare il volo. Con Blengini si è creato un bel rapporto di fiducia e poi ci siamo rincontrati in Nazionale».
Sfogliando l’album dei ricordi di un percorso lungo 229 gare ce ne sono alcuni che sono rimasti indelebili: “Il mio primo anno di Padova è stato molto positivo: una stagione conclusa al di là dio ogni più rosea aspettativa, Ho legato con Peppe Bragan che è diventato uno dei miei migliori amici. È stato un anno di crescita molto importante”.
Sugli allenatori che lo hanno maggiormente valorizzato ha aggiunto: «Ho cambiato tante squadre e quindi ho incontrato tanti allenatori (Grbic, Giani, Baldovin, Blengini, Di Pinto ndr). Tutti mi hanno lasciato qualcosa anche a livello umano”.
Nell’ultima stagione è emigrato in Egitto per giocare con l’Al Agly: “Esperienza forte e formativa. Il livello tecnico è più basso, è organizzato tutto in maniera diversa. Campionato molto lungo. Per me è stata una bella sfida”.
Ha indossato la casacca azzurra per 83 match, ma sembra tramontato definitivamente il sogno nel cassetto chiamato nazionale: “La mia carriera è stata condizionata da numerosi infortuni. Ogni volta che si avvicinavano le Olimpiadi, io avevo un problema fisico. Ormai è un capitolo chiuso anche perché sono state fatte delle scelte e si è optato per un ricambio generazionale importante. Fino ad un anno fa speravo di essere richiamato, adesso non più”.

Foto di Fiorenzo Galbiati