Pallavolo SuperLega – Nikola Jovovic: “A Verona abbiamo la fortuna di avere Stoytchev che per noi è come una Ferrari”

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Nikola Jovovic arriva a Verona con tanto entusiasmo e la voglia di regalare alla piazza scaligera una grande stagione. Dovrà raccogliere l’eredità di Raphael in cabina di regia, condividendo la responsabilità con Luca Spirito, guidando la squadra veneta nelle posizioni di vertice.
“Il gruppo sa quello che deve fare – spiega Jovovic – la nostra squadra ha qualità, ma deve lavorare. Il campionato italiano è pesante, ma abbiamo la fortuna di avere Stoytchev che per noi è come una Ferrari. La squadra deve raggiungere il livello del suo allenatore e sono convinto che ci riusciremo. L’obiettivo è quello di scalare una posizione ulteriore rispetto all’anno scorso e io credo che possiamo farcela. A Verona c’è tutto per fare bene”.
Il palleggiatore serbo avrà a disposizione una batteria di schiacciatori dalle grandi qualità, forse ancora non del tutto espresse: ”I nostri schiacciatori sono giovani, ma hanno già una forza spettacolare. Oltre alle abilità atletiche parliamo di giocatori con una mentalità vincente, che pensano solo alla vittoria. Abbiamo un roster lungo e questo è importante per poter gestire al meglio una stagione molto piena. Indipendentemente da chi verrà impiegato tutti potranno dare una mano”.
L’imprevedibilità di Jovovic aiuterà Verona negli incontri più ostici, in un campionato dove la giocata del singolo può risolvere scambi decisivi: ”Nella pallavolo e in questo campionato c’è molto equilibrio, tutti si preparano al meglio e proprio per questo una sconfitta non significa sempre che la squadra abbia giocato male. Le partite possono essere decise da episodi e a volte la fortuna può aiutare. Credo che se riusciremo a lavorare bene in settimana, ascoltando le indicazioni del coach, anche il giorno della partita potremo toglierci soddisfazioni. In partita penso sempre che andiamo tutti insieme in guerra, uniti. Questa è la mia mentalità”.
Tornerà in Italia un giocatore diverso da quello lasciato sette anni fa a Monza, più consapevole e con alle spalle stagioni di alto livello in giro per l’Europa: ”Quando ero arrivato in Italia pensavo di aver già capito la pallavolo ma dopo aver disputato Europei e Mondiali ho capito che avevo sbagliato tanto in passato e che dovevo imparare ancora. A Verona con i miei trentun anni sarò uno dei più esperti e credo che ora, con l’esperienza accumulata, sono pronto per dare una mano a questi ragazzi. Sono pronto a vivere questo nuovo ruolo all’interno del gruppo, mi fa piacere poter aiutare la squadra perché per me questa responsabilità è un piacere e non un peso. Credo di avere le qualità per essere un punto di riferimento. Non parlo solo di pallavolo, ma anche di ciò che avviene fuori dal palazzetto. Per avere stabilità, anche quando si perde, penso serva l’aiuto dei più esperti. Per crescere servirà migliorare anche psicologicamente. Abbiamo individualità forti ma dobbiamo pensare sempre al bene della squadra: quattordici giocatori uniti sono meglio di due individualità forti”.