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Pallavolo Storie&Personaggi – Ekaterina Antropova, il suo passato, il suo futuro e il piacevole dubbio di Davide Mazzanti

Ufficialmente da un paio di giorni, ma in realtà da diversi anni. Ekaterina Antropova si prende la scena azzurra dopo il conferimento della cittadinanza italiana e l’ufficialità che potrà indossare la maglia della nazionale italiana, Opposto, il ruolo in cui sembra possa esprimersi meglio o martello la posizione in campo in cui il ct Mazzanti la sta provando da più di qualche giorno, non ci è dato saperlo oggi. Forse sarà lei la “Superattaccante” in maglia azzurra capace di scardinare le difese avversarie, ma anche di ricevere e difendere partendo da posto 4. Quelle competenze che aveva Paola Egonu all’inizio della sua carriera e che Marco Bonitta uno dei suoi primi maestri pensavano fossero importanti per lei e per la nazionale azzurra, prima della scelta di esibirsi solo con la sua potenza sotto rete e dai 9 metri.
Chi è Ekaterina Antropova e la sua storia ce lo ha raccontato sul Corriere dello Sport Giorgio Burreddu ripercorrendo la sua storia. Eccone alcuni stralci
“L’amore per l’Italia di Ekaterina Antropova va ricercato indietro nel tempo, quando lei desiderava l’azzurro, che è sempre il colore dei sogni. Erano gli anni dell’Academy Sassuolo. Nella stagione del Covid (il 2021) arrivò a vincere il premio come miglior giocatrice del torneo under 18, e la squadra neroverde nemmeno si era classificata per la finale. Tutti guardavano lei. Antropova guardava al futuro. E ci vedeva sempre la maglia della Nazionale come quel grande senso di appartenenza che l’Italia sportiva sa darti.
“Mi considero italiana perché ho acquisito la maggior parte delle competenze qui, e mi sembra giusto restituire a chi mi ha dato”. Italia, sì. Ma Ekaterina è grande come il mondo. È nata in Islanda, a Akureyri, non lontano dal circolo polare artico. Vola in Russia, la patria dei genitori. A 7 anni si fa convincere dalla madre Olga, giocatrice di pallamano, a mettere da parte la ginnastica artistica. “Da piccola facevo molte cose, e forse è per questo che mi dicono che sono coordinata. La ginnastica artistica mi piaceva un sacco, volevo farla a livello professionistico. Poi mia madre mi ha detto che sarei diventata troppo alta e dovevo cambiare sport”.
Il suo viaggio in Italia comincia dalla Calabria, la prima tappa di un percorso che culminerà con il giuramento sulla Costituzione. Mamma Olga dice che “il mare è importante per una ragazza che viene da San Pietroburgo”. Ma il mare ha bisogno anche di lasciarti andare. Così Kate cambia città, ambiente, abitudini: prima a Novara per incontrare Irina Kirillova e Gianni Caprara, infine a Sassuolo. Ama il beach volley, è un’altra delle sue passioni.
Molti dicono che si atteggia da star, che la ragazza russa ha la puzza sotto al naso. Tutto il contrario. Per le compagne è un talismano, di quelli che brillano al sole. Sempre sorridente, mai un muso. E quando c’è da lavorare, dicono, è un sergente di ferro. Prima ad arrivare, prima a lasciare il campo, prima a trasferirsi in palestra. Prima a dare una mano alle compagne quando c’è qualcosa che non funziona.
Al freddo dell’Islanda e al senso del dovere russo, Kate ha aggiunto tutte quelle cose gli italiani sanno fare bene”.
Mancano orma soltanto 10 giorni all’inizio dell’Europeo, nel magico scenario dell’Arena di Verona. Lunedì e martedì l’Italia giocherà due partite a porte chiuse contro la Serbia 2 volte campione del mondo, Davide Mazzanti potrà vederla all’opera contro lo squadrone oggi guidato da Giovanni Guidetti e fare le sue valutazioni. Antropova oggi è elegibile in nazionale e per il tecnico tricolore che deve difendere il titolo europeo prima di dare l’assalto alla qualificazione olimpica, sarà un piacevole dubbio dove schierarla in campo.

Foto di Fabio Cucchetti_GetSportMedia

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