(Carlo Lisi per il Corriere della Sport) L’esordio nell’Europeo è ormai dietro l’angolo. L’Italia si è radunata a Verona e martedì sera avrà l’onore di cominciare la nuova avventura continentale in uno scenario unico l’Arena di Verona. Quella che vedremo scendere in campo sarà una squadra diversa rispetto al recente passato, fatto di grandi aspirazioni e condito dall’insoddisfazione del risultato finale, di una squadra che soltanto in un paio di occasioni è riuscita a raccogliere quanto il suo talento e la sua forza lasciavano presagire e sognare.
E’ vero sono arrivate delle medaglie anche importanti, come il trionfo europeo di Belgrado, parzialmente sminuito, dal fatto di essere giunto dopo la grande delusione dei Giochi Olimpici di Tokyo: come la vittoria nella Nations League 2022 in Turchia, che aveva aperto la strada verso un grande Mondiale, strada che la squadra di Mazzanti ha trovato sbarrata proprio nel momento in cui sembrava aver raggiunto l’apice della condizione. E il bronzo con cui si è tornati a casa non ha raccolto la giusta celebrazione, ma una buona dose di polemiche non solo per le esternazioni di Paola Egonu.
PASSO IN Più. Insoddisfazione e qualche polemica di troppo, ha suggerito al tecnico di Marotta di guardare avanti, di non fossilizzarsi su un passato, bello, ma non completamente appagante. La sua semi-rivoluzione ha coinvolto campionesse a cui tutti gli appassionati sono affezionati, ma ha come obiettivo quello di allestire una squadra che possa vedere finalmente le azzurre salire su un podio olimpico, quel piccolo passo in più che l’Italia ha fallito con Bonitta, Barbolini, ancora Bonitta e lo stesso Mazzanti nelle ultime 5 edizioni delle Olimpiadi.
Davide era ben consapevole che l’escludere dal suo progetto elementi come De Gennaro, Malinov, Chirichella e Caterina Bosetti, gli avrebbe provocato dei problemi, ma per inseguire i grandi traguardi ha sentito di doverlo fare.
L’aver rinunciato a De Gennaro ha fatto nascere tante discussioni e polemiche. Non vederla giostrare in difesa con la maglia azzurra probabilmente addolorerà tutti i suoi estimatori e gli amanti del buon volley, come anche noi ci reputiamo. Ma il ct ha ritenuto di doverlo fare anche con tranquillità, perché alle spalle del miglior libero dell’ultimo decennio, ci sono talenti importanti che hanno maturato tanta esperienza e mostrato altrettanta qualità. Aver scelto di utilizzare nella stagione preolimpica due giocatrici di spessore internazionale come Eleonora Fersino e Beatrice Parrocchiale, che hanno già collezionato oltre 200 presenze in nazionale insieme, è come prendersi un rischio con una rete di salvataggio sotto.
Eleonora e Beatrice, hanno già giocato e vinto tanto, accanto a Moki in azzurro, con i loro clubs separatamente. Non a caso fanno parte di due delle più serie sfidanti al titolo tricolore di Conegliano nel prossimo campionato. In una Italia che chiaramente Mazzanti sta forgiando per il futuro prossimo, offrono garanzie tecniche e caratteriali.
Se il campo darà ragione al tecnico, il sestetto tricolore conoscerà con il giusto anticipo chi sarà il suo libero nel prossimo quadriennio.
PUNTI FERMI. Questa sarà l’unica vera novità di formazione dell’Italia che esordirà martedì contro la Romania, per il resto questa è sempre l’Italia di Orro ed Egonu, di Danesi e Lubian, di Sylla e Pietrini. Con l’importante novità Antropova che spinge per farsi largo, con Nwakalor, Degradi e Bosio ormai mature per dimostrare di sapere lottare con le rivali più forti, e le giovani Omoruyi e Squarcini di iniziare il loro percorso ad alto livello.