(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) Per la seconda volta nel giro di 8 giorni la pallavolo polacca fa piangere quella italiana. Alla sconfitta netta e bruciante subita dalla nazionale maschile di De Giorgi nella finale dell’Europeo maschile, è seguita ieri sera quella forse anche più dolorosa della nazionale femminile di Mazzanti.
L’Italia ha ceduto 3-1 a Lodz, in un ambiante infuocato dopo aver mostrato nel primo set di saper giocare una bellissima pallavolo ed aver avuto l’occasione di far suoi il secondo ed il terzo. La sconfitta per come è maturata non fa scalpore, perché nei momenti decisivi, dopo l’innesto di Asia Wolosz la squadra biancorossa ha saputo far di più e meglio di Sylla e compagne.
Alla resa dei conti il risultato è giusto, perché al di là del gioco c’è anche la capacità dei singoli di mettere in campo quel qualcosa in più che ti permette di emergere nel punteggio nei momenti determinanti e questa l’Italia dell’ultima gara di Lodz non l’ha mostrata, o forse non è stata in gradi di farlo.
Quindi è bene sgombrare il campo da ogni equivoco, anche se non si può negare che per lunghi tratti l’Italia ha fatto vedere di essere superiore a questa avversaria che ieri sera ha festeggiato un traguardo che inseguiva da 15 anni: la qualificazione per il torneo dei giochi olimpici che nel 2008 aveva raggiunto sotto la guida di Marco Bonitta e che ieri ha ritrovato con un altro tecnico della nostra scuola in panchina: Stefano Lavarini.
Al termine di una lunga stagione che ha visto le azzurre abdicare sia in VNL che nell’Europeo, è giunta questa nuova delusione forse la più cocente che mette per ora in bilico la partecipazione ai Giochi di Parigi 2024 dell’Italia. Rientrare tramite il ranking, non è umiliante, ma certamente non gratifica nessuno. La posizione di prima delle escluse deve essere confermata con i risultati della prima parte della VNL futura. Quello che tutti oggi si chiedono che Italia sarà quella che l’affronterà? L’Italia del percorso proposto e avviato da Mazzanti in questo 2023? O l’Italia di un altro ct, Velasco per usare il nome che più di ogni altro si è fatto nelle ultime settimane?
La cosa certa che il bel vaso si è rotto e i vertici federali devono trovare la colla giusta per aggiustarlo.