(Rosita Mercatante per iVolleymagazine.it) Effervescente, brioso, spigliato. Morde il freno per l’esordio nella sua quinta stagione in Superlega, la terza di fila con la maglia di Piacenza. Per lo schiacciatore Francesco Recine si prospetta un anno sportivo tanto impegnativo, quanto stimolante. Vuole giocare, ritagliarsi un ruolo importante nelle gerarchie di Andrea Anastasi, ma soprattutto vincere. Un risultato da ottenere con impegno, grinta e sudore. Elementi che non mancano fin dalle battute iniziali:
“In questa fase di preparazione abbiamo iniziato subito forte con il nuovo tecnico Andrea Anastasi di cui sto apprezzando molto il metodo di lavoro che sta applicando. Adesso che siamo in pochi in palestra è anche facile concentrarsi di più sulla tecnica individuale. Stiamo curando principalmente la forma fisica e sappiamo che è solo l’inizio di un lungo percorso. Per me è il primo anno di preparazione di questo tipo perché sono stata lasciato a casa dalla Nazionale. Questo mi sta permettendo di concentrarmi su aspetti che lo scorso anno ho tralasciato perché ho giocato meno e ho avuto poche occasioni. Ora sto cercando di sfruttare il momento per alzare il ritmo”.
Pronto a confermare le sue potenzialità sollecitato dalle raccomandazioni di coach Anastasi che ha anticipato che per Recine, come per altri giocatori, sarà una stagione importante anche per guadagnarsi spazio in vista dei Giochi Olimpici di Parigi: “Il tecnico ci ha spiegato che ognuno di noi avrà delle opportunità. Ci sarà bisogno di tutti perché è nella sua politica, come si è visto a Perugia, di esercitare un continuo turn over. Dobbiamo essere tutti pronti per giocare determinate partite. Mi auguro di poter offrire un contributo determinante”.
Oltre alle ambizioni personali, assumono un peso rilevante anche quelle della sua squadra, la Gas Sales Bluenergy, che non fa mistero del fatto di voler confermarsi ai vertici dopo la vittoria in Coppa Italia e la semifinale scudetto dell’ultima annata: “La Società ogni anno tenta di spingere sempre più avanti per raggiungere i top club. C’è la voglia di migliorarsi sempre di più e di puntare sempre più in alto. Da quando sono arrivato io sono stati raggiunti tanti nuovi step. Un continuo crescendo anche dal punto di vista degli investimenti economici e della scelta dei giocatori. Sarà anche il nostro primo anno in Champions League per cui si vuole ben figurare all’interno di questo torneo europeo. Disputeremo anche la Coppa Italia e la SuperCoppa. Il Campionato rimane sempre una grande incognita”.
Per il numero 3 di Piacenza (numero scelto anche per l’ammirazione e l’affetto che lo lega ad Alessandro Fei) la disamina sulle avversarie della Superlega è questa: “Ogni anno tutte le squadre si rafforzano e il livello si alza ulteriormente. Si pensi a Milano, Modena e Monza. Non c’è più nessuno da sottovalutare. Se abbassi per un attimo il ritmo rischi di perdere la partita. Bisogna imporre la propria superiorità”.
Ci sono emozioni che sono rimaste incollate sulla pelle dell’atleta classe ’99 come quelle della prima volta con la maglia della Nazionale con cui ha ottenuto il successo all’Europeo 2021 e al Mondiale 2022: “Ero a Milano in una tappa della VNL nel 2019. Mi avevano chiamato mentre ero a Roma in preparazione per un mondiale giovanile. Ero estasiato. Non pensavo di entrare in campo invece…nella gara contro la Serbia sul 24-21 entro in battuta…ero molto teso. Un ricordo che mi rimarrà sempre dentro. Per questo motivo entrare nel palazzetto di Milano mi fa sempre un certo effetto”.
Il rapporto con la squadra azzurra: “Con tutti ho un buon rapporto. Ci conosciamo da molto tempo con diversi con cui ho condiviso l’esperienza delle nazionali giovanili e poi nei vari anni di Superlega ho incrociato diversi giocatori. Mi piace parlare e stare in gruppo. In particolare il mio migliore amico è Federici, in squadra fino al primo anno dell’Europeo”.
Sul ko dell’Italia nella finale degli Europei disputata lo scorso 16 settembre al PalaEur di Roma che ha guardato dal divano di casa insieme al suo cagnolino Nala: “La Polonia ha spinto al servizio dimostrando come nella pallavolo moderna le partite si possano vincere facendo leva su questo fondamentale”.
Poi spazio a qualche nota personale. Essere “figlio d’arte” tra responsabilità e senso di orgoglio: “Quando ero piccolo è stata veramente dura. Venivo dalle giovanili della Lube dove mio padre era direttore sportivo e quindi mi veniva spesso attribuito del raccomandato. Poi crescendo ho imparato che non poteva essere un peso ma solo un motivo di vanto avere dei genitori con un passato da bravi giocatori. Quindi puntavo ad arrivare al loro livello e fare anche meglio. Con loro parlo molto di pallavolo. Non si smette mai di imparare, mi danno sempre dei buoni consigli”.
Francesco fuori dal campo è un ragazzo semplice e riservato: “Uso i social per lavoro e racconto poco della mia vita personale. Avrei voluto studiare alla facoltà di Architettura ma non mi è stato possibile perché è prevista la frequenza alle lezioni. Da qualche anno ho una grande passione per gli Anime e i Manga. Ho anche due tatuaggi sugli Anime. Adesso ho un cane che ho deciso di adottare insieme alla mia ragazza. Tengo vivo il rapporto con la mia città d’origine, Ravenna, tornando ogni volta che posso. Soprattutto in estate faccio tappa nella casa di famiglia. Durante le vacanze estive mi piace stare sulla riviera romagnola dove sono cresciuto. Per il futuro? È ancora troppo presto per pensare di mettere su famiglia ma mi piacerebbe avere dei figli…e spero che anche loro giocheranno a pallavolo”
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