“Chi mi conosce sa che io non sono uno che semplicemente segue quello che dicono gli altri, io ascolto tutti, e continuerò ad ascoltare tutti, continuo ad imparare, però credo nella gestione di una Nazionale in cui ci sono tanti interessi, personali, società, della Federazione, internazionali eccetera, le idee devono essere molto decise. e la prima idea molto decisa è la stessa che ho avuto nell’89 quando ho preso la Nazionale maschile, che è quella che i giocatori devono dare la disponibilità incondizionata alla maglia azzurra. E in quel momento mi ricordo che qualcuno mi ha chiesto “Che vuol dire incondizionata?” Basta cercare nel vocabolario che vuol dire, che non è condizionata da nulla. Né dai programmi, né dalle ferie, né dai rimborsi spese, né se sono titolari o riserve. Voglio essere in Nazionale perché è il massimo traguardo a cui un giocatore, o un allenatore può ambire. Questo è per me un punto cardine, tutti siamo importanti, nessuno è imprescindibile, è fondamentale che in una squadra ci siano i migliori giocatori, ma a condizione che questa disponibilità sia totale. Quindi su certe cose io sono sempre stato molto attento, soprattutto alla vita personale dei giocatori, qua c’é anche Andrea Zorzi oltre a Libenzio che erano con me in quella gestione, adesso è una cosa normale, ma il primo che il primo che ha fatto ritiri dal lunedì al venerdì lasciando il fine settimana libero ai giocatori sono stato io. A meno che non mi si dica che c’è stato qualcuno che io non conosco. Altrimenti i ritiri erano di dodici/quindici giorni. Io credo che bisogna lavorare duro ma bisogna anche tener conto che i giovani sono giovani e che devono avere il loro tempo per essere giovani, oltre ad essere giocatori. Quindi continuerò con questa linea, nel senso di tenere molto conto delle necessità individuali, personali dei giocatori e dei collaboratori, però in definitiva deciderò io. Terrò conto ma dobbiamo avere una linea comune e siccome in una squadra ognuno ha un ruolo e il ruolo dell’allenatore è decidere, tranne che sia il Presidente o il Consiglio federale che dica: “No, questa decisione la Federazione non la accetta”, tutti abbiamo un capo. io ho il mio, ma dentro la squadra la gestione sarà così: massima disponibilità ad essere attento ai problemi personali, però decidiamo noi. Questo include il rapporto con i club. Ho allenato sette anni la Nazionale maschile, durante la stagione dei club nemmeno telefonavo ai giocatori, perché ho sempre pensato che quando un giocatore è nel club deve seguire le indicazioni del club ed essere concentrato al 100% a vincere con il suo club. Nello stesso modo, quando una Nazionale prende delle decisioni, si sta allenando, eccetera, le decisioni, i tempi e tutto quanto viene deciso dallo staff della Nazionale. E questi sono principi fondamentali.”