Julio Velasco si sta riprendendo la scena e comincia a far capire quale sarà la filosofia della sua squadra. Non fa nomi, ma come già fece alla fine dell’altro secolo con la nazionale maschile, indica dei percorsi che campionesse giovani e meno giovani dovranno percorrere per arrivare a conquistare Parigi 2024: prima la qualificazione e poi il “grande sogno” una medaglia olimpica della nazionale femminile.
Intervistato da Mattia Chiusano per La Repubblica, Julio si è confermato personaggio a tutto tondo, capace di interpretare le situazioni, non solo a livello sportivo.
Ecco alcuni stralci dell’intervista
CONVOCAZIONI – Si è pensato che la sua nomina potesse coincidere col ritorno delle epurate di Mazzanti: De Gennaro, Bosetti, Chirichella, la stessa Egonu assente al preolimpico. “Non ho avuto la stessa percezione. Credo che ogni allenatore abbia il diritto-dovere di scegliere quel che è meglio per la squadra. Chi sta fuori non sa tante cose. Io convocherò le giocatrici che possano servire per l’Olimpiade, come in passato non ho chiamato chi non aveva la predisposizione assoluta che chiedo. Mazzanti ha avuto un ciclo molto buono in Nazionale, ma poi i cicli finiscono. Nel ’96 non ho voluto rinnovare con gli azzurri, se fossi rimasto forse avrei avuto situazioni di difficile gestione: il ciclo era finito”.
EGONU – Le sue prime parole sono state interpretate cosi: Egonu titolare se starà alle regole del gruppo. Conferma? “Quando io dico che non tutti i giocatori sono uguali non significa che ognuno fa come gli pare. Ma allo stesso tempo ribadisco che non siamo tutti uguali. Certe cose anche i più grandi giocatori devono farle insieme ai compagni, come hanno fatto Maradona, Messi, Totti”.
Guardando certe statistiche, Egonu sembra la giocatrice più dotata al mondo. “Ci sono anche Boskovic, Vargas, però sì, lei è una delle migliori, non c’è dubbio. Il problema è che a questa ragazza si danno troppe responsabilità. Che sia così forte non significa che debba averne così tante. Non puoi vincere tutte le partite da solo, andando su tutti i tipi di palloni continuamente: ci sono cose che vanno sistemate dal punto di vista tecnico e tattico”.
La mancata convocazione di “Moki” De Gennaro sembrava aver tolto a Egonu un punto di riferimento, quasi una sorella maggiore. “Nelle giocatrici punto a sviluppare l’autonomia e l’autorevolezza. Fa parte della cultura del patriarcato credere che le donne debbano sempre dipendere da qualcun altro. Tutti dipendiamo dalle nostre mogli, dalla mamma, però un giocatore, anche se è giovane, non deve dipendere né dall’allenatore né da un compagno. Voglio così le mie giocatrici: autonome e autorevoli”.
ANTROPOVA – Si parlava di un cambio di ruolo di Antropova per aumentare il potenziale offensivo dell’Italia. “Mi sembra inopportuno trasformare un opposto in una schiacciatrice in così poco tempo. Quale giornalista si prende la responsabilità di dire pubblicamente chi togliere per fare giocare Antropova? Giocatrici esperte come Pietrini e Sylla? Antropova sia pronta per l’emergenza, non per fare la schiacciatrice titolare. Ma vogliamo parlare della sua età?”.
Venti anni. “È molto più matura di quanto sembri, ma ha vent’anni, ce ne rendiamo conto? Quante cazzate ho fatto io alla sua età? Questo è un altro errore che si fa nello sport, soprattutto negli sport di squadra, nel calcio in modo clamoroso. Ragazzi di 22 anni vengono giudicati come uomini maturi, sono star e guadagnano tanti soldi, ma questo non dà loro anni di esperienza”.
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