Lo schiacciatore canadese racconta della mancata partenza per la Russia, i successi nelle Coppe con la Vero Volley. Conferma che l’anno prossimo giocherà a Piacenza e parla del suo tempo libero fuori dal campo insieme al ‘compagno di vita’ il suo cane Kodabear. Una persona che dimostra di essere piena di energia
(Rosita Mercatante per iVolleymagazine.it) Alle prime battute della stagione Monza lo ha trattenuto con le unghie e con i denti, puntando su di lui come un elemento fondamentale per la squadra a cui si era aggregato nell’estate del 2022. Esperto, motivatore, catalizzatore di buone energie. Oltre che un giocatore dotato di un braccio pesante in attacco, tanta qualità ed efficacia, sia a muro che in battuta.
Così lo schiacciatore canadese Stephen Maar, classe ’94, è rimasto in Brianza a disputare il Campionato di SuperLega, declinando l’offerta dello Zenit San Pietroburgo. Una scelta che ha avuto ricadute positive sia per la sua carriera che per l’andamento della squadra della presidentessa Alessandra Marzari. Essenziale il suo contributo ad ogni tappa del torneo, arrivato alla settima giornata di ritorno, disputata a Piacenza, dove al termine di un match vittorioso, Maar ha totalizzato 19 punti (di cui un ace): “Sono contento di essere rimasto qui. In questi mesi si è instaurata una buona sintonia con i miei compagni e stiamo giocando bene. Siamo riusciti anche a conquistare la prima finale in Coppa Italia della storia del Club. Se me ne fossi andato non avrei vissuto le emozioni per questi traguardi. Penso di essere nel posto giusto in questo momento sia per la vita e che per la pallavolo, quindi non posso dire di essere dispiaciuto che l’accordo con il Club russo sia saltato”.
Un percorso in salita per il numero 7 dei brianzoli che era arrivato in Italia dopo “aver giocato un’estate molto lunga ed estenuante con la mia Nazionale. L’impegno quotidiano e la giusta mentalità di lavoro mi hanno aiutato a recuperare e a trovare il giusto ritmo. Ogni lezione che ho appreso nel corso degli anni l’ho messa al servizio del gruppo cercando di essere da esempio per i più giovani”.
AMBIZIONI EUROPEE – Le ambizioni della squadra maschile del Consorzio brianzolo gli permettono di mirare sempre più in alto: “La finale della Challenge Cup era un obiettivo che volevamo centrare a tutti i costi. Ci attende la sfida con Varsavia un avversario ostico che sta dimostrando il suo valore in Plusliga. Manca poco e ci stiamo preparando fisicamente, mentalmente e tatticamente per arrivare in gran forma e appropriarci del titolo continentale”.
Sette stagioni in Superlega alle spalle indossando la maglia di Padova, Verona, Milano, Cisterna e Monza: “Mi sono trovato bene in tutti i Club ma ho capito di avere una preferenza per le realtà più piccole, con un contesto familiare. L’organizzazione perfetta che c’è qui a Monza rende tutto più semplice a noi giocatori”.
Nonostante la nostalgia per il suo Paese non ci pensa neppure lontanamente a lasciare il campionato più competitivo del mondo: “Del Canada mi manca la neve e ogni volta che ho del tempo libero mi piace andare in località montane. In Italia ormai mi sento a casa, mi sono ambientato e ho stretto amicizie importanti. In Europa ci sono molti giocatori canadesi con cui spesso mi incontro. Li raggiungo in Grecia, Francia, Belgio. Voglio restare perché il livello della pallavolo è altissimo”.
Spiando nella sua vita personale, di cui non ha mai parlato molto, scopriamo che Stephen è anche uno studente universitario: “Sono iscritto alla facoltà di Economia. Mi piace molto leggere. I miei testi preferiti sono quelli di Kelly Starret. In particolare nel libro “Diventare agili e forti come un leopardo” ho trovato molti suggerimenti utili per migliorare la mia condizione fisica”. Ci svela di essere un buongustaio che però non si applica molto ai fornelli. Tra il menù del ristorante sceglie in maniera sistematica la lasagna, il suo piatto preferito. Per imparare l’italiano è servita quasi un’imposizione (ride!): “Al mio terzo anno a Milano, il mio compagno di squadra Matteo Piano ha invitato noi stranieri a parlare in italiano. Si è reso disponibile ad aiutarmi e devo dire che mi ha dato una grossa mano”.
Da giovanissimo guardava con ammirazione le gesta dello schiacciatore brasiliano Lipe Fonteles e del serbo Ivan Miljković: “Il primo mi affascinava per la sua carica pazzesca mentre l’altro per la fisicità e la tecnica”.
KODABEAR IL SUO CANE – Nel suo tempo libero riesce a visitare qualche località italiana “mi piace molto Lecco, Riva del Garda e Marano” e a fare lunghe passeggiate con il suo cane Kodabear, compagno di vita con cui condivide il suo appartamento e che chiama “big boy”. I suoi affetti più importanti sono legati ai genitori, Bob e Jill, che ogni anno fanno capolino in Italia per festeggiare il compleanno di Stephen: “Anche lo scorso dicembre sono venuti a trovarmi e sono rimasti qui per tre settimane. Il loro affetto mi dà tanta forza per andare avanti. Hanno sempre appoggiato le mie scelte. Anche mio fratello, Ryan, più grande aveva iniziato a giocare a pallavolo ma poi ha imboccato un’altra strada e oggi è un bravo chimico”.
Stephen Maar un concentrato di buonumore e vitalità!