(Rosita Mercatante per iVolleymagazine) Punta sulla continuità il centrale Roberto Russo, che oggi compie 27 anni, dopo le cinque stagioni già trascorse a Perugia, ha accolto, di buon grado, il rinnovo biennale con il club umbro. Una decisione che scardina i più consolidati meccanismi della carriera degli sportivi, avvezzi a intravedere nei cambiamenti ciclici l’opportunità per trovare nuovi stimoli: “Anche restare può essere un’occasione di crescita se si combinano bene alcuni elementi, come sentirsi valorizzato nel contesto in cui si vive e si lavora. Sono poche le società che possono allestire una squadra per vincere il più possibile e io ho la fortuna di far parte di una di queste” commenta Russo, definendo quello bianconero un ambiente ambizioso e accogliente che lo aiuta a mantenere sempre alta la concentrazione: “Se non mi fosse arrivata l’offerta, avrei dovuto guardarmi intorno. Mi sarebbe però dispiaciuto dover andare altrove e lasciare un posto che ormai mi è familiare”.
Rivolge il suo volto verso il sole, lasciando che le ombre cadano alle sue spalle: “Ho dovuto affrontare tante difficoltà legate a diversi infortuni. Il più brutto è stato quello del 2021 per la rottura del tendine d’Achille, in cui sono incorso durante la prima settimana d’allenamento con la Nazionale prima dell’Olimpiade. Quel periodo non è stato semplice. Ingoiavo amaro vedendo gli altri giocare a Tokyo mentre io ero a fare la riabilitazione a Pesaro. In qualche modo la vita mi ha ripagato. C’era in serbo qualcosa di bello per me: l’anno successivo sono tornato nel gruppo azzurro e abbiamo vinto il Mondiale. Dopo quello che mi era accaduto, ho apprezzato molto quel successo”.
Superato anche il problema alla caviglia, rimediato la scorsa estate nella gara contro l’Olanda dei quarti di finale dell’Europeo, mette nel mirino Parigi 2024. Prima, però, c’è un campionato da portare a termine: “Sento che devo ancora recuperare su qualche fondamentale però sono sulla strada giusta e spero di dare un valido contributo alla squadra. Ci aspetta un periodo intenso con i play off”.
In quel 19 sulla maglia c’è un pezzo del suo passato: “È il numero di mio zio Claudio quando giocava con i Lupi Pallavolo Partinico, in Serie C. È proprio lui che mi ha indirizzato verso la pallavolo quando a quindici anni ho smesso con il calcio”. Non ha mai smesso, invece, di tifare per il Palermo.
Nessuna attività social da personaggio pubblico anzi la sua vita personale resta privata, ma ci confessa di essere uno “spettatore” che si diverte a guardare i contenuti divertenti che pubblicano i suoi amici.
Quando non è in palestra, trova il tempo per studiare, essendo iscritto alla triennale in Scienze Motorie, e per fare shopping. Se c’è il sole si gode qualche ora all’aria aperta facendo una passeggiata al parco.