Pallavolo A2 maschile – Offese razziste nei confronti di Martins Arasomwan dei tifosi ospiti: le scuse di Grottazzolina e lo sdegno di Marco Bonitta

In una sfida, Ravenna-Grottazzolina, che ha visto confrontarsi due delle maggiori protagoniste dell’avvincente campionato di serie A2 maschile ci sono stati momenti di tensione nel finale della gara con l’intervento delle forze dell’ordine sia per calmare gli animi e per identificare alcuni tifosi ospiti per manifestazioni razziste nei confronti del centrale della Consar di origini nigeriane, Martins Arasomwan, durante il match.
Episodio ingiustificabile e inconcepibile, in un mondo come quello dei palazzetti del mondo del volley, stigmatizzato dalla stessa società marchigiana attraverso un comunicato stampa: “La M. & G. Scuola Pallavolo prende pubblicamente le distanze dall’episodio di razzismo avvenuto nei confronti del giocatore ravennate Arasomwan, al quale la società intende mostrare solidarietà e vicinanza. L’episodio, prontamente stigmatizzato anche dall’allenatore marchigiano Ortenzi nelle interviste dell’immediato post match, è sicuramente stato infelice e le scuse della società vanno in primis al ragazzo e, per estensione, alla società Porto Robur Costa ed a tutto il pubblico presente. La società ha provveduto immediatamente ad individuare i sostenitori sugli spalti responsabili del gesto, nei confronti dei quali si riserva di agire nelle sedi opportune. La società ritiene altresì di difendere il nome della propria realtà e della propria tifoseria, affinché un gesto isolato ed infelice di due individui non finisca per infangare il nome di un intero movimento che da oltre cinquant’anni svolge attività agonistica di alto livello, e che nella sua lunga storia ha accolto da atleti e da avversari moltissimi ragazzi dalla provenienza più disparata, senza che mai si sia verificato un episodio simile”.
Anche Marco Bonitta nel post gara ha rilasciato delle frasi su questo episodio: “L’insulto razzista? L’abbiamo sentito e segnalato e che dispiace perché questi non sono modi di fare tifo. Nel calcio fermano la partita, qui sembra che non si possa fare”.

Foto di Franco Moret