La fuoriclasse cinese pronta a strappare all’Imoco sua prossima squadra lo scudetto della rinascita
(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Il sogno tricolore di Scandicci si illumina del ritrovato sorriso della fuoriclasse cinese Zhu Ting, tornata prepotentemente alla ribalta dopo un lungo periodo di dolore e fatica, esplodendo infine con la Savino del Bene di gioco e luce.
LE PENE. Zhu Ting, classe 1994, 1.98 di altezza, ha vinto tanto ma tanto anche ha sofferto negli ultimi anni, cioè all’indomani dell’oro olimpico di Rio 2016, che si era portato a casa insieme al premio di miglior attaccante della manifestazione. Un trionfo. Ma pochi mesi prima del Mondiale 2018 la schiacciatrice cinese, abilissima in ricezione e in attacco, aveva accusato un problema proprio al polso destro, praticamente uno degli “attrezzi” più importanti del suo lavoro di artista del volley. Un infortunio tenuto abbastanza “coperto” anche nei lunghi mesi di lockdown, nell’isolato raduno della sua nazionale in vista di un torneo olimpico, poi slittato di dodici mesi, in cui ha avuto l’onore di essere la portabandiera della sua nazione. Ma a Tokyo, nell’Olimpiade disputata nel 2021, c’è stato il tracollo. Zhu Ting non era la “vera” Zhu. Era partita titolare e la Cina aveva perso in serie le prime tre gare. Nella quarta gara la ct Lang Ping, altra immensa campionessa cinese che per lei era come una mamma, l’ha esclusa dalla formazione e il sestetto di Pechino si è svegliato mortificando i sogni azzurri, che di lì a poco sarebbero del tutto svaniti. L’avventura olimpica si è chiusa con le lacrime di Zhu e l’abbraccio con la sua allenatrice, che in quell’occasione ha annunciato la chiusura della sua carriera in panchina.
SMARRITA. Per qualche mese si erano perse le tracce del martello asiatico. A fine anno invece è arrivato l’annuncio del possibile intervento al polso destro, slittato poi ad aprile 2022. Mentre il mondo del grande volley, ignaro della reale entità dell’operazione, parlava di aste milionarie per il suo ingaggio con offerte faraoniche in arrivo, mentre lei portava avanti una lunga convalescenza a Barcellona, in Spagna. Non una cosa da poco, bensì dodici mesi, un’eternità, per rivederla poi in campo con la maglia di Scandicci.
LA RISALITA. La Toscana ha avuto pazienza, non le ha messo fretta per rivedere il suo bel gioco e il suo sorriso. Qualche settimana fa, la pubblicazione del racconto della sua vicenda personale attraverso weibo (il social che è un mix tra facebook e twitter), in cui ha raccontato di aver superato la depressione che l’ha condizionata. Un segno di ripresa e uscita dal tunnel è stata la ritrovata voglia di vestire la maglia della nazionale, che aveva evitato in occasione delle qualificazioni olimpiche dello scorso autunno.
EMOZIONI. Gli sguardi attenti e concentrati delle atlete asiatiche non sembrano mai far trasparire le grandi emozioni che provano. La filiforme campionessa con i suoi sguardi luminosi degli ultimi mesi ci ha fatto capire che qualcosa in lei era cambiato. I suoi sorrisi sono tornati copiosi e hanno accompagnato il salto avanti fatto dal sestetto toscano di Massimo Barbolini, che ha dominato contro la Vero Volley di Paola Egonu, in semifinale, conquistando il diritto a sfidare l’Imoco Conegliano per lo scudetto: una squadra imbattibile da cinque stagioni (fuori calcolo quella non completata per il covid). Poco più che sedicenne Zhu aveva sbalordito il mondo del volley e ora, dopo le vicissitudini, l’infortunio, la depressione, il rischio di smettere, vuole tornare a sbalordire nella contesa tricolore con Conegliano, che il destino le ha riservato come sua prossima squadra. Col desiderio forte di fare un meritato regalo a Scandicci, che ha recitato un ruolo decisivo nella sua carriera e nella sua rinascita.
Foto di Bonalore Images