(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) In giro per il mondo del volley la chiamano semplicemente Moki, quasi fosse una principessa di stirpe reale. E una regina lo è davvero nel suo sport e nel suo ruolo, Monica De Gennaro da Piani di Sorrento 37 anni compiuti lo scorso 8 gennaio, tanti per una sportiva, pochi da quel che lei riesce a dimostrare in campo: durante la settimana negli allenamenti e in ogni occasione in cui conferma di essere leader assoluto, in azzurro, ma anche con l’invincibile Imoco Conegliano di cui è guida e condottiera.
Nell’Italia che con prepotenza è tornata protagonista sulla ribalta internazionale, c’è anche lei, ancora lei che da 18 anni, dal lontano 2006 ha giocato 332 volte in nazionale e che si appresta a vivere da titolarissima la sua quarta Olimpiade dopo Londra 2012, Rio de Janeiro 2016 e Tokyo 2020.
L’Italia guidata da Julio Velasco ha affrontato la Nations League con la giusta concentrazione, ha vinto una partita importante nella prima tappa contro la Turchia (che il sorteggio ha stabilito che ritroverà nella pool olimpica in Francia), pur senza le titolari e poi con il rientro di De Gennaro e compagne, ha raccolto applausi e il lasciapassare per i Giochi. Ed anche la qualificazione alla Final Eight che scatta oggi a mezzogiorno con il sestetto tricolore impegnato nei quarti ad eliminazione diretta contro gli Usa, la squadra contro cui ha offerto la prestazione più esaltante in queste settimane: “Siamo in fase di crescita, un miglioramento costante che passa attraverso il duro lavoro che quotidianamente facciamo in allenamento. – ha sottolineato il libero azzurro premiata per due volte come la migliore del suo ruolo nei Mondiali 2014 e 2018 – Queste Finals possono rappresentare un ottimo momento di evoluzione e maturazione del gruppo visto che ci ritroveremo contro avversarie forti ed organizzate. Non vediamo loro di testarci”.
Oggi dall’altra parte della rete nelle file del sestetto campione olimpico in carica ci saranno diverse campionesse con cui De Gennaro ha lavorato e vinto e nel club e lei non nega che la cosa può essere decisamente positiva per un difensore: “Sicuramente conoscere le avversarie, averci giocato contro o aver avuto il privilegio di allenarmi assieme ad alcune di quelle che andiamo ad affrontare è un piccolo vantaggio. Ma è reciproco perché anche loro mi conoscono e proveranno a mettermi in difficoltà. A questi livelli sono i dettagli a fare la differenza e noi dobbiamo sperare di aver studiato quelli giusti per vincere”.
Quello che Moki ci ha tenuto a chiarire, che questa Nations League e le ormai prossime Olimpiadi sono nella sua visione soltanto un ennesimo vantaggio della sua storia: “Per carattere guardo sempre al domani: non è ancora il momento di guardarmi indietro e pensare a quanto fatto, perché sono concentrata su quello che voglio fare pronta a dare il mio contributo in questa lunga ed importante estate”. Moki nella sua carriera ha vinto tanto con il tricolore sul petto, è salita sul podio di Mondiali ed Europei, ma adesso vuole salire per la prima volta su quello più importante. A Parigi.