(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) La preparazione per i Giochi di Parigi 2024 dei Campioni del mondo azzurri di Ferdinando De Giorgi, si chiude con un doppio test match contro l’Argentina. Questa sera alle 21 a Palazzo Wanny a Firenze e giovedì alla stessa ora al PalaDozza di Bologna.
COME UN DEJA VU. Sembra quasi un “deja vu” perché anche 3 anni fa, praticamente nelle stesse date l’Italia, con una squadra decisamente diversa, allora guidata da Chicco Blengini affrontò il sestetto sudamericano di Marcelo Mendez in due gare pochi giorni prima di affrontare l’avventura olimpica a Tokyo. Gli azzurri vinsero con qualche difficoltà 3-1 il primo match e nettamente 3-0 il secondo. Furono risultati salutati con soddisfazione, ma poche settimane dopo furono proprio Luciano De Cecco e i suoi compagni della rappresentativa albiceleste a spegnere il sogno italiano nei quarti di finale ed a chiudere il capitolo di una squadra che a Rio 2026 aveva conquistato il terzo argento della storia della pallavolo italiana.
In realtà le similitudini si fermano al nome dell’avversaria ed al momento della preparazione, perché l’Italia del volley, poche settimane dopo la delusione nei Giochi giapponesi, cambiando i suoi interpreti come un “araba fenice” riprese vita e inizio a scrivere un’altra storia fatta di successi e trionfi: l’Europeo 2021, il Mondiale 2022, ancora l’argento continentale 2023.
Unico passaggio a vuoto la qualificazione olimpica, subito “curata” con un eccellente cammino in Nations League che dato in sole 8 gare il biglietto per Parigi 2024.
SUPERSTITI. Dell’Italia pre-Tokyo sono rimasti soltanto cinque elementi: il capitano e regista Giannelli (unico superstite dell’argento olimpico 2016), il suo compagno di reparto Sbertoli, la giovane coppia di martelli Michieletto e Lavia. Più il centrale Gianluca Galassi, che 3 anni or sono si meritò a sorpresa la chiamata e che oggi è invece un punto fermo di una squadra che non nasconde la voglia di inseguire quella medaglia lucente che l’Italia del volley non ha mai messo al collo.
Due storie azzurre che si intrecciano e che hanno nel trentino Gianluca, che da ragazzino sembrava avviato ad una grande carriera come portiere di calcio, il protagonista che può raccontare che differenze ci sono sia livello personale che di gruppo
IERI. “La mia vigilia la sto vivendo in maniera diversa, ma con le stesse aspettative – ci ha raccontato – La convocazione per Tokyo è stata per me un po’ una sorpresa, un sogno che si realizzava. Ero un po’ intimorito nel viverla. E’ stata una Olimpiade un po’ strana per colpa del Covid c’erano i palazzetti vuoti e senza pubblico, dopo tutto. il nostro come ogni sport perde molto”.
OGGI. “Giocare a Parigi per me è sempre stata sempre una grande ambizione. – proseguito il centrale che dopo aver contribuito a portare la Vero Volley Monza alla serie delle finali scudetto il prossimo anno giocherà a Piacenza – Affronterò questa avventura con più consapevolezza, dovuta ad una a una maggiore maturità personale. La differenza più grande che vedo rispetto a Tokyo è che il nostro gruppo azzurro è più unito, non parlo a livello di rapporti umani, quelli sono stati e sono come sempre ottimi, ma perché abbiamo avuto la possibilità di vivere insieme esperienze positive ed importanti: la vittoria nell’Europeo 2021 ed anche il Mondiale 2022, ma anche la rassegna continentale che abbiamo giocato in Italia pur avendo perso la finale. Un percorso che è servito per aumentare la coesione della squadra. Personalmente conosco ancora meglio i miei compagni di squadra e il gruppo oggi lo sento un po’ più mio”.
MAMMA FIRENZE. Stasera a Firenze, una delle “madri” del volley azzurro, città che ha regalato campioni, tecnici e dirigenti di grande valore, comincia l’ultimo tratto di strada verso Parigi 2024, l’Olimpiade che può realizzare un sogno delle schiacciate tricolori.