Pallavolo Parigi 2024 – Anton Brehme ha avuto paura di non partecipare ai Giochi a causa di una paralisi facciale

Il debutto olimpico di Anton Brehme nella vittoria iniziale per 3-2 della squadra tedesca contro il Giappone è stato spettacolare. Ciononostante il gigante tedesco di 2,06 metri ha mostrato un certo imbarazzo parlando davanti ai giornalisti in attesa nella zono mista della Paris Sud Arena 1. “Non è così comodo parlare davanti alla gente in questo momento”, ha detto Brehme, che cercava di voltarsi di profilo. Il motivo è drammatico: da cinque settimane Brehme soffre di una paralisi su un lato del viso. E questo non è l’unico problema: “Mi lacrimano molto gli occhi e l’udito è un problema. Molti rumori sono almeno il doppio”. Questo probabilmente gli darà nuovamente momenti difficili anche nelle prossime gare, considerando i 10000 e passa spettatori urlanti che affollano l’impianto dove si gioca il torneo dki pallavolo. “Semplicemente non mi lascerò condizionare: l’80% del problema facciale è già stato risolto. Posso persino assaggiare di nuovo il cibo”, dice con freddezza e sorriso il nativo di Lipsia, che dopo aver giocato a Modena nella prossima stagione si trasferisce in Polonia per giocare nello Jastrezbeski Wegiel.

La sua vicenda si è iniziata in VNL a Manila quando Brehme improvvisamente ha smesso di sentire il lato sinistro del viso. Preoccupato si è dovuto recare al pronto soccorso e ha visto morire due persone nelle ore in cui aspettava una risonanza magnetica. Fortunatamente, si l’ictus e un brutto virus sono stati rapidamente esclusi.

Anton Brehme ha potuto essere trasportato ed è stato immediatamente riportato a casa. Alla fine, è stata diagnosticata un’infiammazione del nervo facciale. La causa della paralisi da un lato di solito non è chiara: nel caso del 24enne la causa potrebbe essere lo stress o i troppi chilometri volati. Una benedizione sotto mentite spoglie in questa situazione eccezionale è che Brehme proviene da una famiglia estremamente esperta in medicina. Padre Kay è un medico e ha coordinato le fasi terapeutiche necessarie insieme al medico della squadra. Sua madre Annett e la sorella Thea gli hanno somministrato la terapia fisica e suo fratello Louis gli ha fornito supporto mentale. Tutta la famiglia ha aiutato.

Fonte: rnd.de