Pallavolo Storie Azzurre – Paolo Tofoli un passato tra i ‘Fenomeni’ e un futuro in Arabia

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Dopo aver orchestrato le azioni dei grandi del Volley nella sua ventennale esperienza da palleggiatore tra Nazionale (vestita per 17 anni dal 1987 al 2004) e Club (3 scudetti tra Treviso e Roma), Paolo Tofoli ha scelto l’Arabia Saudita e l’Al-Taraji per continuare a dipingere pallavolo, da diversi anni non più da posto tre ma da bordocampo. Tra passato e presente, la leggenda azzurra si è raccontata ai nostri microfoni.

L’ITALIA – Con la maglia azzurra indosso, Tofoli nella sua carriera ha vinto tantissimo: due argenti (Atlanta ’96 e Atene 2004) e un bronzo (Sydney 2000) Olimpici. Quattro ori (Svezia ’89, Finlandia ’93, Grecia ’95 e Austria 99) e un argento (Germania ’91) agli Europei e due ori ai campionati mondiali di Rio ’90 e Atene ’94.
”La Nazionale attuale è giovane, ma ha già dimostrato tanto, così come il gruppo azzurro di cui ho fatto parte – racconta Tofoli – Quando siamo diventati Campioni d’Europa io avevo 23 anni, l’anno dopo ci siamo imposti subito al Mondiale, penso che questi successi rappresentano i momenti più belli che ho vissuto in azzurro, per quanto ogni vittoria sia stata bella e abbia portato con sé tante emozioni. Le sconfitte ai giochi restano una macchia in un percorso ricco di soddisfazioni. De Giorgi ha preso un gruppo nuovo portandolo subito a vincere Europeo e Mondiale, per questo penso che l’Olimpiade possa essere alla portata. Noi non ci siamo riusciti, speriamo che questi ragazzi possano raggiungere questo traguardo”.

LE OLIMPIADI – Nel viaggio a cinque cerchi di Tofoli in due occasioni la gioia dell’oro è sfumata sul più bello: ad Atlanta e Atene:”Le due edizioni sono state per noi molto diverse – racconta l’ex palleggiatore – Ad Atlanta eravamo i favoriti, abbiamo perso per un soffio. Al contrario, ad Atene abbiamo incontrato in finale una squadra fortissima come il Brasile, batterli sarebbe stato un grande successo. Nonostante gli altri successi, ad oggi l’amarezza per non aver vinto l’oro resta. Con la Nazionale abbiamo vinto tanto, ma l’Olimpiade è un evento a parte, dove vivi nel villaggio olimpico in un ambiente molto dispersivo, non mancano le distrazioni ma respirare l’atmosfera olimpica è bellissimo. A mensa hai la possibilità di stare con altri sportivi, in quella che, tolto forse il calcio, è la competizione più importante per un atleta di qualsiasi disciplina”.

LA NAZIONALE DI DE GIORGI – Per anni compagno di avventure e sogni a tinte azzurre, De Giorgi è il direttore d’orchestra di un gruppo fin qui solido: ”Come compagno di squadra De Giorgi è stato una persona sempre intelligente, che sapeva come comportarsi in base al contesto. Aldilà degli aspetti tecnici, penso che il suo punto di forza sia la gestione del gruppo. Da fuori si percepisce come la squadra si sacrifichi sempre con il sorriso, questo alla gente piace, è bello vedere tantissimi tifosi attorno al gruppo. I ragazzi sono uniti ed è sicuramente un aspetto positivo per un gruppo di professionisti che lavora bene insieme.
La squadra è forte, la partita contro la Polonia sarà un test importante – continua Tofoli – L’Olimpiade è un torneo difficile, l’Italia a mio avviso può puntare alla medaglia d’oro perchè ha delle grandi potenzialità e lo ha dimostrato. Tuttavia in una competizione come questa tutto può succedere ”.

L’ARABIA – “La prossima sarà un’esperienza di vita – racconta il regista della “Generazione dei Fenomeni” – Da allenatore non sono mai andato all’estero, era l’occasione giusta perché in Italia non c’era spazio. Purtroppo qui per alcuni club la figura dell’allenatore è ancora vista come il due di coppe quando comanda denara. Valeva la pena uscire fuori dall’Italia per vedere anche il mondo esterno. Di tanti colleghi con cui ho condiviso la maglia azzurra ero l’unico a non essere uscito fuori dai confini nazionali. Vado all’estero con la voglia di far bene con l’obiettivo di tornare in Italia da protagonista. Ogni esperienza vissuta mi ha arricchito, poi non è facile trasmettere determinati concetti alla propria squadra”.

NON SOLO TECNICA – Il gruppo di scena a Parigi si è espresso sin da subito ad altissimi livelli, con diversi interpreti che a discapito della loro età, hanno mostrato un grande temperamento nell’affrontare gli avversari più ostici: ”A mio avviso il giocatore deve essere capace ad adattarsi in ogni situazione, per questo è importante saper fare più ruoli nel settore giovanile. Nella squadra di De Giorgi ci sono tanti giovani che potranno dare il loro contributo, dovranno essere bravi a farsi trovare pronti. Il merito per la costruzione di questa squadra va dato anche ai club che hanno il coraggio di lanciare subito le nuove leve tra i grandi. Nella pallavolo non c’è solo la tecnica, ma è la testa che guida tutto. Puoi essere forte fisicamente, ma senza la componente mentale non si arriva da nessuna parte”.

Foto azzurre di Fiorenzo Galbiati