Oltre a quello della maschile (Philippe Blain come abbiamo riportato ieri) ha confermato la fine del suo rapporto con il Giappone maschile), la Federazione Giapponese dovrà prendere una decisione importante su chi dovrà sedere sulla panchina della nazionale femminile, considerando la scadenza del contratto di Masayoshi Manabe, che nel triennio in cui ha guidato il sestetto nipponico due risultati concreti li ha raggiunti: la qualificazione olimpica ed il secondo posto sul podio della VNL 2024. Un risultato che la pallavolo femminile non c’entrava dal 1978 e che aveva fatto sognare anche il podio olimpico: inseguito, ma non raggiunto.
Manabe nel concludere il suo ciclo ha indicato quale dovrà essere la strada tecnica da percorrere: “Parlo da tempo della differenza di qualità e forza tra noi e i paesi nostri avversari, ma la qualità difensiva di ciascun paese è migliorata di anno in anno e la palla non cade più facilmente. Affinché la squadra che punta alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028 possa competere ad armi pari con le nazioni più forti del mondo, è urgente che i giocatori non solo accumulino abilità ed esperienza, ma anche affinino le loro tattiche e strategie. Analizzeremo a fondo le 67 partite che questa squadra ha vissuto negli ultimi tre anni,
concentrandoci sulle partite principali, e le trasmetteremo alle squadre che gareggeranno nel ciclo successivo”.
Nel prossimo ciclo il Giappone non potrà contare sulla presenza in campo della sua leader Sarina Koga, che venerdì in una conferenza stampa ha ribadito che la sua storia in nazionale è finita.