Pallavolo Azzurri – De Giorgi post-Parigi: “L’amarezza sta ancora là è normale e logico: imparata la lezione ripartiamo”

A due settimane di distanza dalla conclusione dei Giochi di Parigi 2024, il ct azzurro Ferdinando De Giorgi è tornato a parlare e lo ha fatto in una lunga intervista concessa a Pasquale Di Santillo per il Corriere dello Sport. Il tecnico dei campioni del mondo tuttora in carica (la prossima rassegna iridata si giocherà nel 2025) rimane fermo sulle sue posizioni e le sue scelte. Non rinnega nulla delle decisioni prese, ci tiene a salvaguardare i “suoi” ragazzi: “Le critiche? Ci stanno, ma questi ragazzi meritano rispetto per quello che hanno fatto”. Ed anche a ribadire quello che ha sostenuto durante le serate prima dolci e poi agre di Parigi: torneo di un livello altissimo, la Francia (che ci eliminato in semifinale) capace di giocare nel finale dei Giochi un volley “ingiocabile” e traguardo podio sfiorato e fallito per poco.

Ecco alcuni stralci del lungo botta e risposta:
PREPARAZIONE LOGICA – “Il percorso dalla qualificazione olimpica in poi è stato molto lungo e a ritmi altissimi. E tutto quello che ho deciso, come far riposare i titolari e chiudere la VNL con i giovani, aveva logica e razionalità, come avvicinamento ai Giochi e durante la stessa rassegna. Si, rifarei le stesse cose”.
L’ANALISI – “Non ancora non l’ho fatta: di solito faccio passare un po’ di tempo per riprendere le carte in mano e rivedere tutto nel dettaglio. lascio sempre sedimentare quello che succede, emozioni comprese”. L’AMAREZZA – “Sta ancora là, non se n’è andata. Non potrebbe essere altrimenti, è giusto così. Per me, per i ragazzi deve funzionare come stimolo per fare meglio al prossimo appuntamento. Quanto agli errori, quelli fanno parte del nostro lavoro. E mi riferisco ai miei, lasciamo stare il gruppo, che in questi quattro anni ha fatto, Olimpiade compresa, cose impressionanti, con l’età media più bassa tra i roster dei Giochi. Le criticità ci sono sempre ed è giusto metterle in evidenza. A patto però si sia onesti fino in fondo – poi ha specificato il ct pugliese – Non si può dimenticare che giocano anche gli altri. E parliamo di squadre forti. Questo è un momento storico della pallavolo dove regna un equilibrio tecnico incredibile, mai visto. Basta guardare i quarti di finale ai Giochi, tutti potevano battere tutti. Vincere o perdere a volte dipende da uno-due palloni, come è capitato a noi nella finale per il bronzo con gli Stati Uniti. Can qualche servizio dentro in più, forse ora racconteremo qualcosa di diverso. Parliamo di dati oggettivi”.
LE CRITICHE ALLA GESTIONE – “Ci possono stare, è giusto quando non arriva il risultato, la medaglia. Anche se è sempre facile parlare da fuori, senza considerare che chi sta al mio posto conosce profondamente la squadra, i ragazzi. E certe decisioni sono figlie di tante valutazioni”.

FRANCIA STRAORDINARIA – “Bisogna riconoscere che i francesi hanno giocato dal terzo set dei quarti alla finale con un’efficacia mostruosa. Con qualità, classe e il vantaggio dell’entusiasmo generato dal pubblico. Tutto così bene da far sembrare l’Italia e la Polonia – che ha un roster incredibile – due squadrette. Un po’ come ha fatto l’Italia di Velasco al femminile contro gli Stati Uniti. Con la Francia, noi ci abbiamo provato ma loro sono riusciti a rintuzzare tutti i nostri tentativi di recupero. A proposito, le ragazze sono state straordinarie, hanno dato spettacolo, giocando a un livello spaventoso”.
IL MONDIALE 2025 – “Pensando al Mondiale del prossimo anno. Avremo gli stimoli giusti per cercare il riscatto, avendo la consapevolezza che serve l’umiltà per andare a rompere questo grande equilibrio e una cura infinita per i dettagli. Il giudizio su questo gruppo di ragazzi speciali, come uomini e atleti, non può essere legato a una medaglia persa. ïl loro percorso di crescita è stato impressionante”
MANFREDI – “Il presidente è amareggiato come tutti noi, ma guarda sempre avanti. Spero non troppo perché ci sarebbe da mettere quella firmetta sul rinnovo del contratto. È tutto pronto, manca solo l’autografo. E ci siamo. Spero…”