Pallavolo Storie – Giocatrici-Tifose dell’Igor Novara: l’oro delle Azzurre val bene una “toccata e fuga a Parigi

(Attilio Mercalli per iVolleymagazine.it) L’oro della pallavolo femminile dell’Italia val ben una “toccata e fuga” a Parigi in piena preparazione. E’ quel che è successo al trio novarese della Igor Volley formato da Valentina Bartolucci, Giulia De Nardi ed Eleonora Fersino che sono volate all’ultimo momento nella capitale francese potendo godere della grande vittoria sugli Usa della squadra nazionale che è valso il titolo olimpico.

“Sì è vero – ha spiegato la regista di Fano, Bartolucci – è stata una soddisfazione indimenticabile anche perché è stata una cosa inaspettata e decisa praticamente all’ultima ora con le mie due compagne”. “Eravamo nella prima settimana di preparazione dove si lavora già duro e, con il week end libero, Giulia ha lanciato l’idea. Malpensa vicinissima, Parigi, Olimpiadi, finale pallavolo femminile per la nostra nazionale. Ci siamo guardate negli occhi e abbiamo detto. Imperdibile”.
“Anche se il tempo a disposizione era poco (meno di 48 ore) – ha spiegato – è allora partita l’operazione “toccata e fuga” con all’inizio l’incertezza di trovare tagliandi per assistere all’atto finale del volley. Prenotato volo e hotel, attraverso un sito di vendita biglietti, abbiamo trovato i preziosi tagliandi per la finale inizialmente introvabili ma probabilmente rimessi in vendita da spettatori delusi dalle loro formazioni, evidentemente eliminate, e quindi abbiamo fatto “bingo” e sabato mattina all’alba da Malpensa abbiamo cominciato la nostra mini avventura parigina”.

“Non so quanti chilometri abbiamo fatto nella capitale francese in lungo ed in largo nella giornata di sabato per sfruttare ogni minuto per vedere le sue bellezze – ha ammesso De Nardi – e poi domenica, emozionate come non mai, abbiamo puntato verso l’impianto dove si giocava la finale e dove abbiamo potuto godere in diretta al più grande traguardo mai ottenuto dalla pallavolo femminile italiana poi di corsa all’aeroporto per tornare con l’ultimo volo utile a Novara perchè il giorno successivo, già in mattinata, avremmo dovuto riprendere a lavorare in palestra concentrate come se nulla fosse successo ma con negli occhi e nel cuore ancora una emozione enorme per quello che abbiamo vissuto”.