Il conto alla rovescia continua veloce e ormai mancano soltanto 72 ore o anche meno all’inizio della SuperLega 2024-25. Sarà un campionato a forti tinte azzurre in cabina di regia, con 4 grandi interpreti di casa nostro nel ruolo di leader di quattro formazioni di primissima fascia, che saranno protagoniste in Italia ed in Europa. Parliamo di Simone Giannelli, di Riccardo Sbertoli, di Paolo Porro e di Mattia Boninfante.
(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) La storia del volley italiano é piena di campioni e talenti nel ruolo più importante e decisivo, da Mario Mattioli negli anni 60-70 si è passati a Pupo Dall’Olio fuoriclasse del ‘Gabbiano d’Argento’ per poi arrivare velocemente a Fabio Vullo a ridosso della Generazione dei fenomeni degli anni 90 con palleggiatori di grandi capacità come Paolo Tofoli, Marco Meoni e l’attuale ct Fefè De Giorgi. Ma mai in passato c’era stato un quartetto di talenti come gli attuali, divisi tra di loro da soli 8 anni, tutti in grado di scrivere pagine importanti a livello giovanile e di arrivare prestissimo ad avere responsabilità sulle loro spalle, di guidare i migliori (o quasi) club del momento.
Simone Giannelli ha compiuto 28 anni lo scorso agosto, per il suo ruolo deve essere considerato un giovane. E’ esploso non ancora 20nne e dal 2015 in pratica non ha rivali, per qualità ed intelligenza di gioco, per carattere e disponibilità. Se lo è goduto il volley azzurro (1 argento olimpico, 1 titolo Mondiale, 1 titolo e altre 2 medaglie in Europa). Con lui in cabina di regia Trento e Perugia hanno vinto tutto, ancora non la Champions.
Accanto a lui, forse un po’ troppo trascurato guardando il suo vero talento, c’è Riccardo Sbertoli. Il milanese classe 1996, merita una vetrina più grande, quella che almeno in parte gli stando la Trentino Volley. In azzurro non è salito sul gradino più alto nel Mondo e in Europa, ma non ha mai giocato un torneo da numero 1. Si può essere campioni di carattere anche sapendo stare al proprio posto, ma Riccardo ormai è sbocciato e merita di essere apprezzato per quello che è: un campione.
Di tre anni più piccolo è Paolo Porro primo genito di una famiglia di talenti (Luca ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi, Simone sta facendo ancora la trafila delle nazionali giovanili). L’alzatore genovese ha vinto il Mondiale U19 e quello U21, ha già giocato in grandi piazze come Modena e Milano, che con lui in regia ha raggiunto per la prima volta la qualificazione in Champions League.
Il più giovane del quartetto é Mattia Boninfante, come ama ripetere l’amico e collega Maurizio Colantoni. Il miglior esempio ce lo ha in famiglia, papà Dante oggi tecnico di Taranto è salito sul podio olimpico a Londra come vice di un altro grande talento del palleggio azzurro Dragan Travica. E’ uno ei simboli dell’ultima generazione italiana, classe 2004, si è già meritato un posto da titolare a Civitanova, uno dei club più blasonati che ha deciso di puntare sui giovani per tornare a primeggiare: la SuperLega da titolare e la Challenge in Europa possono essere i trampolini migliori per volare alto.