Pallavolo LeNostreInterviste – Gaia Giovannini: ”La mia Olimpiade? Una gioia e una scoperta”

(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Per Gaia Giovannini gli ultimi mesi hanno brillato della stessa luce di quella medaglia d’oro storica per tutto il movimento italiano, dove la giovane schiacciatrice azzurra ha recitato la sua parte, ritagliandosi un posto nel roster che ha scritto una delle più belle pagine di storia del nostro sport. Quello dell’atleta, impegnata nel prossimo campionato di A1 con la maglia di Vallefoglia, è stato un percorso di crescita esponenziale, che ha portato alla ribalta la schiacciatrice bolognese, tra le ultime ad unirsi al gruppo azzurro vittorioso prima in VNL e poi ai Giochi di Parigi.

UN ANNO D’ORO – “Senza dubbio quest’anno è stato il più bello della mia vita – L’Olimpiade è stata molto emozionante, ad aprile quando ho preso parte ai primi allenamenti, non avrei mai pensato di poter prendere parte ai Giochi. Ho vissuto annate positive, quest’anno però è stato il migliore in assoluto. Se dovessi scegliere un’istantanea sicuramente prenderei l’immagine dell’ultimo punto in finale contro gli Stati Uniti, è quella che mi è rimasta più impressa di questo anno fino ad ora”.

L’ESORDIO – “La VNL è stata la mia prima esperienza in partite ufficiali con la maglia della Nazionale. Ho fatto il mio esordio ma ho vissuto tutto serenamente, anche grazie allo staff e alla squadra che avevamo, hanno reso tutto più semplice. Le ragazze mi hanno aiutato molto per questo le sono molto grata. La vittoria in VNL è stata qualcosa di stupendo, sono stata convocata per disputare le finali a Fukuoka e a Bangkok. Dopo le finali sono arrivate le Olimpiadi, non poteva essere meglio di così”.

L’AVVENTURA OLIMPICA – ”La mia Olimpiade? Una gioia e una scoperta – ci racconta la giovane azzurra – Tutti i momenti, anche al di fuori dal campo, sono stati bellissimi, a cominciare dalla chiamata all’Olimpiade, inaspettata. Ovviamente per me ha rappresentato questo, sono sicura che magari per chi avesse già disputato le passate edizioni dei Giochi, sarebbe stato diverso. Alla mia prima esperienza l’ho vissuta in modo diverso, anche se tutte eravamo accomunate dallo stesso obiettivo. Prima di arrivare in nazionale non avevo avuto modo di conoscere Velasco, ma nel mio percorso mi è stato molto d’aiuto. Con tutti lui ha un rapporto molto diretto. Mi ha trasmesso e dato tanto, sia dal punto di vista mentale che pallavolisticamente parlando”.

IL GRUPPO – ”La nostra forza è stata quella data dal collettivo, siamo un gruppo coeso. Potevano esserci difficoltà nel corso delle Olimpiadi, penso ad esempio ai quarti contro la Serbia, che per chi era reduce da Tokyo potevano sicuramente rappresentare un ostacolo, anche mentalmente, ma sul campo abbiamo dimostrato di poter superare questo tipo di avversità, affrontando quella partita nel migliore dei modi”.

CRESCITA – Archiviata l’intensa esperienza azzurra, inizierà a breve un’altra stagione inA1, con i riflettori addosso di chi a distanza di pochi mesi è salito sul tetto del mondo: “Diciamo che sono sempre la stessa Gaia, sicuramente con un’esperienza in più, che penso possa avermi reso più sicura di me stessa. Sono arrivata fin qui grazie al supporto della mia famiglia, che mi è sempre stata vicino. Poi ci sono tutti gli allenatori che ho avuto nel percorso, da ognuno ho appreso qualcosa che oggi mi porto nel mio bagaglio. Da ogni persona incontrata nel corso della mia carriera sono riuscita a crescere, sia dagli aiuti che dalle esperienze negative”.