(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Per Gaia Giovannini gli ultimi mesi hanno brillato della stessa luce di quella medaglia d’oro storica per tutto il movimento italiano, dove la giovane schiacciatrice azzurra ha recitato la sua parte, ritagliandosi un posto nel roster che ha scritto una delle più belle pagine di storia del nostro sport. Quello dell’atleta, impegnata nel prossimo campionato di A1 con la maglia di Vallefoglia, è stato un percorso di crescita esponenziale, che ha portato alla ribalta la schiacciatrice bolognese, tra le ultime ad unirsi al gruppo azzurro vittorioso prima in VNL e poi ai Giochi di Parigi.
L’AVVENTURA OLIMPICA – ”La mia Olimpiade? Una gioia e una scoperta – ci racconta la giovane azzurra – Tutti i momenti, anche al di fuori dal campo, sono stati bellissimi, a cominciare dalla chiamata all’Olimpiade, inaspettata. Ovviamente per me ha rappresentato questo, sono sicura che magari per chi avesse già disputato le passate edizioni dei Giochi, sarebbe stato diverso. Alla mia prima esperienza l’ho vissuta in modo diverso, anche se tutte eravamo accomunate dallo stesso obiettivo. Prima di arrivare in nazionale non avevo avuto modo di conoscere Velasco, ma nel mio percorso mi è stato molto d’aiuto. Con tutti lui ha un rapporto molto diretto. Mi ha trasmesso e dato tanto, sia dal punto di vista mentale che pallavolisticamente parlando”.
IL GRUPPO – ”La nostra forza è stata quella data dal collettivo, siamo un gruppo coeso. Potevano esserci difficoltà nel corso delle Olimpiadi, penso ad esempio ai quarti contro la Serbia, che per chi era reduce da Tokyo potevano sicuramente rappresentare un ostacolo, anche mentalmente, ma sul campo abbiamo dimostrato di poter superare questo tipo di avversità, affrontando quella partita nel migliore dei modi”.
CRESCITA – Archiviata l’intensa esperienza azzurra, inizierà a breve un’altra stagione inA1, con i riflettori addosso di chi a distanza di pochi mesi è salito sul tetto del mondo: “Diciamo che sono sempre la stessa Gaia, sicuramente con un’esperienza in più, che penso possa avermi reso più sicura di me stessa. Sono arrivata fin qui grazie al supporto della mia famiglia, che mi è sempre stata vicino. Poi ci sono tutti gli allenatori che ho avuto nel percorso, da ognuno ho appreso qualcosa che oggi mi porto nel mio bagaglio. Da ogni persona incontrata nel corso della mia carriera sono riuscita a crescere, sia dagli aiuti che dalle esperienze negative”.