Tra gli ospiti della quarta puntata stagionale di “After Hours – La SuperLega di notte”, il talk trasmesso settiminalmente in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie A, condotto da Andrea Zorzi ed Andrea Brogioni, nella puntata di ieri sera ha avuto come ospite anche l’ex-capitano della nazionale azzurra Dragan Travica, che ricopre lo stesso ruolo attualmente nell’Olympiacos Pireo, allenato quest’anno da Andrea Gardini.
Il “Drago” ha raccontato l’inizio della stagione sua e del club: “Iniziamo sabato il campionato, quest’anno in ritardo soprattutto perché, pur avendo vinto il campionato, siamo alle prese con le qualificazioni alla CEV Champions League. Abbiamo l’ultimo turno la prossima settimana, se passiamo raggiungiamo un grande obiettivo della società. Il campionato è cambiato, ci sono nuovi stranieri e credo che il livello medio si sia alzato, ci sono squadre ben costruite”.
ALLENAMENTO E ATTEGGIAMENTO – “Gioco da tantissimi anni e da piccolo ho condiviso i miei allenamenti ad alto livello con grandissimi campioni, alcuni parte di quella grandissima squadra di cui faceva parte “Zorro”, poi all’apice della mia carriera coi miei coetanei e alla fine coi più giovani. Mi sono reso conto che l’allenamento si è diversificato. Quando era giovane, era una sfida, c’era grandissima adrenalina e carica agonistica. Col passare degli anni l’ho notata meno, soprattutto nei giovani di adesso, non so se è una questione culturale, generazionale o legata al fatto che si gioca di più, ma sono in pochi a giocare di più”.
L’ISPIRAZIONE – “Forse Vullo è il giocatore che mi ha fatto ‘innamorare’ del palleggio. Le gambe sono quasi più importanti delle mani. Tutto il dietro le quinte del lavoro del palleggiatore sono le gambe. Essere sempre in equilibrio sotto la palla, avere la spinta sulle palle staccate da rete, cercare di arrivare sotto la palla prima e saltare, ti consente di avere un altro approccio sul pallone e decidere un secondo prima dove palleggiare. La tecnica delle mani è fondamentale, ma quando sei in confidenza quella diventa un automatismo, le mani vanno da sole”.
SIMON – “Credo sia l’interprete che ricorderemo per sempre in quel ruolo lì. Ha un anticipo ‘alla Birarelli’ ma con una prepotenza fisica che non ricordo di aver visto in nessuno, oltre ad avere un’intelligenza sportiva sopra le righe. È un giocatore che è sempre stato costante, con un carattere vincente in campo, nelle situazioni delicate è il giocatore che fa la differenza, in battuta, in attacco, con una difesa, nell’incitare i compagni. Credo sia uno dei più grandi campioni che la nostra pallavolo abbia mai visto”.