(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Tra i nomi delle atlete che a Parigi hanno scritto la storia, c’è anche quello della giovane schiacciatrice Loveth Omoruyi, che sembra portare quell’oro al collo con la leggerezza di chi ama profondamente questo sport, senza farsi condizionare da ciò che la circonda. Il viaggio a Parigi, vissuto in sostegno delle compagne più esperte, è iniziato quasi per caso, con una chiamata a inizio luglio, per concludersi con un successo che, a soli 22 anni, completa una bacheca già ricchissima.
CHIERI – Il presente di Loveth si chiama Chieri, un ambiente ambizioso dove affermarsi con la disinvoltura che la contraddistingue. “L’inizio di stagione è positivo – racconta il posto 4 cresciuto nel Club Italia – Abbiamo già giocato diverse partite e la prossima settimana ci aspetta un altro incontro. Siamo sempre in viaggio, ma stiamo lavorando bene. Il gruppo ha ancora margini di crescita, il nostro livello può migliorare ulteriormente: siamo sicuramente sulla strada giusta. Quest’anno mi sono data un solo obiettivo: divertirmi. Non voglio pressioni inutili, vorrei solo giocare con passione.”
IL VIAGGIO OLIMPICO – “Partecipare all’Olimpiade è stato del tutto inaspettato per me. All’inizio dell’estate non sapevo nemmeno se sarei stata convocata in nazionale. È stato un percorso senza certezze, tutto è successo molto rapidamente. L’estate è stata intensa e frenetica, ma alla fine si è rivelata una delle esperienze più belle della mia vita. Ancora oggi mi sembra quasi surreale. L’Olimpiade è stata magia pura. Il percorso che abbiamo seguito è stato incredibile e si è concluso nel miglior modo possibile, ben oltre le aspettative. Ancora oggi, a distanza di mesi, non riesco a realizzare completamente cosa abbiamo fatto. I Giochi sono qualcosa di enorme, quasi inarrivabile, e penso che non lo realizzerò mai del tutto. Ogni tanto ci ripenso e mi chiedo: ‘Ma è successo davvero?'”
L’ORO – “Questa medaglia d’oro pesa molto, perché rappresenta la ricompensa per anni di sacrifici e sofferenze. Fin da bambina, quando ho lasciato casa, ho sempre lavorato duramente per arrivare fin qui. Questo oro ha un valore immenso per me. Nel nostro gruppo, ognuna di noi ha una storia personale di sacrificio e riscatto. Velasco è stato fondamentale: ci ha guidato con serenità, chiedendoci semplicemente di fare il nostro lavoro, senza aggiungere pressioni inutili. Al resto ci ha pensato la qualità di un gruppo fortissimo”.
SPENSIERATEZZA – “Quando gioco, non sento la pressione. Nemmeno nei palazzetti pieni, sia in campionato che a Parigi all’Olimpiade. Non mi pongo obiettivi personali, penso solo a giocare e a fare il mio lavoro senza complicarmi la vita. Non voglio strafare, ma solo migliorare giorno dopo giorno, senza mettermi addosso pressioni inutili. Dalle ragazze con cui ho condiviso la maglia azzurra ho poi avuto modo di imparare davvero tanto. Sono giocatrici che ammiro, perché in qualsiasi momento, anche fuori dal campo, con la semplicità che lecaratterizza possono darti tanto, difficile descriverlo a parole”.