Pallavolo SuperLega – Ortenzi: “Non ci siamo inventati nulla, se non il fatto di giocare la nostra migliore pallavolo”

E’ felice Massimiliano Ortenzi, nel giorno del suo compleanno. Il sorriso, in realtà, non l’ha mai perso l’allenatore più giovane della Superlega, nemmeno al termine di un girone di andata maledetto, chiuso senza vittorie e falcidiato dai tanti infortuni in alcuni uomini chiave. Non l’ha perso nemmeno in settimana, quando in partenza per Monza la “sua” Yuasa ha dovuto lasciare a casa Oleg Antonov, per il riacutizzarsi di un problema muscolare nell’immediata vigilia di uno dei match più importanti della stagione. Predica pazienza, continuamente, in allenamento.

Qualcosa ti inventerai, scrive Nesli in questo pezzo reso poi celebre dalla voce di Emma Marrone. “Non ci siamo inventati nulla, in realtà – dice il coach – se non il fatto di giocare la nostra migliore pallavolo facendo quello che dovevamo fare, ovvero rimanere sempre attaccati alla partita, cosa che ci ripetiamo costantemente dall’inizio della stagione per competere a questi livelli”. Qualcosa, aggiungiamo noi, in realtà coach Ortenzi con il suo staff (che non va mai dimenticato) se lo sono inventati, ed è il ritmo forsennato che la sua squadra ha impresso al servizio, a fronte di una tenuta in ricezione che in altre gare non era stata di pari livello, e che invece ieri ha permesso a Zhukouski di esprimere la propria migliore versione. Bisogna dunque dare ragione a Nesli, che peraltro è marchigiano ed è anche coetaneo di Ortenzi, anche lui di dicembre. Evidentemente, le connessioni nascoste da fili invisibili a volte si palesano. “Quando perdi tante partite – continua l’allenatore nella sua disamina – senti il peso di non riuscire a vincere, e lì e difficile rimanere sul pezzo e mantenere alte le motivazioni. Questa vittoria invece è figlia della capacità che hanno avuto i ragazzi di non strafare, di avere pazienza, di sopportare, lo stiamo facendo da mesi e ieri è venuto finalmente fuori anche in campo.” Una partita che poteva essere quasi decisiva, in caso di sconfitta, ma che non risolve ovviamente tutto ora che è arrivata la prima attesissima vittoria: “Non eravamo malati terminali prima, non siamo guariti oggi. Coi ragazzi ci siamo ripromessi di provarci fino in fondo, abbiamo vinto nel momento e nel modo più difficile, e questa è stata una grande risposta da parte loro.”