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Pallavolo Russia – Maxim Sapozhkov dopo le prime vittorie personali: tra la nuova vita a Mosca ed il sogno olimpico

(fonte: Sovetsky Sport /Bo Sport) In una intervista Maxim Sapozhkov, ex-bomber di Verona e Modena, oggi attaccante della Dynamo Mosca, ha parlato dei primi trofei trofei conquistati in carriera, della sua ‘Alternanza’ con Tsvetan Sokolov e del sogno olimpico conservato nel cassetto.

LE PRIME VITTORIE – “Me l’aspettavo, perché sono venuto alla Dynamo per vincere trofei. Nelle mie precedenti squadre non ho mai vinto nulla a livello senior. Ero molto contento che avessimo vinto tali trofei, contento che, in linea di principio, le mie capacità fossero finalmente apprezzate. Lo confermano sia la Legends Cup che la Russian Cup”.

SOKOLOV “Tsvetan ha una grande esperienza e grazie a questo può essere più utile nelle situazioni difficili. Io sono più istintivo. Penso che sia per questo che in alcune partite resto in panchina e gioca Tsvetan. Lo guardo, a volte posso usare i suoi colpi, ma non regolarmente, perché ho uno stile di gioco più fisico”.

DIFFERENZE TRA RUSSIA E ITALIA – “Rispetto all’Italia, il nostro campionato è più potente, ma non altrettanto veloce. Anche se dobbiamo capire quali squadre stiamo confrontando. Se prendiamo le nostre squadre migliori, sì, sono veloci, cercano di imporre un gioco veloce ai loro avversari, ma in Italia ogni squadra è imprevedibile: può essere in fondo alla classifica e imporre lo stesso ritmo. In Russia, a volte succede anche questo: se una squadra di vertice si rilassa e gioca in modo incostante, allora può succedere qualcosa di sensazionale”.

VITA A MOSCA – “Mi sto ambientando con qualche difficoltà, perché Mosca è una grande città, ci sono molte persone qui, e sono abituato a città in cui ce ne sono un po’ meno. Per questo motivo, dopo il ritmo di vita europeo, non riesco a comprendere quello moscovita. Lì era tutto più tranquillo: la gente non aveva fretta, se ne andava senza eccessiva fretta e poteva prendere un caffè. Per me è così: svegliarmi, prepararmi in fretta, prendere un caffè per strada e andare in palestra, questo è il ritmo. In Italia, a Modena, in palestra potevo arrivarci facilmente in bicicletta, pedalare prima dell’allenamento, godermi il clima, ma qui non posso permettermelo perché la città non è attrezzata per i ciclisti”.

IL GRANDE SOGNO – “Il mio sogno più grande è vincere l’oro olimpico. Lo è stato sin dall’inizio della mia attività nella pallavolo. La mia prima partecipazione a una competizione nella mia città natale risale all’età di 13 anni, e già allora capii che avevo legato la mia vita allo sport professionistico e che se dovevo raggiungere un obiettivo, il massimo sarebbe stato sicuramente una medaglia olimpica. La nazionale russa è molto importante per me: spero che torneremo presto a giocare nei tornei internazionali”.