(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) Martina Bracchi riparte dall’azzurro, da quel collegiale organizzato da Julio Velasco per osservare da vicino i profili più interessanti emersi dal campionato di Serie A1. Un’occasione di crescita e rilancio, che ha incluso anche chi – come lei – ha vissuto una stagione in chiaroscuro. Per la schiacciatrice piacentina, uno spiraglio si è aperto il mese scorso: la chiamata in nazionale è arrivata al termine di un’annata fatta di alti e bassi a Pinerolo, chiusa con un nono posto in classifica, qualche ingresso positivo, ma senza mai diventare pienamente centrale nel progetto del club piemontese.
Velasco conosce Bracchi bene: l’ha avuta nel suo roster nella Uyba, le ha dato fiducia, portandola per la prima volta in azzurro la scorsa estate. Ora quel filo si ricongiunge, con nuove consapevolezze per la classe 2002.
FIDUCIA – “Come l’anno scorso, non mi aspettavo la chiamata – racconta Bracchi –. La convocazione non la do mai per scontata, e non dovrebbe esserlo. Cerco di godermi al massimo tutto ciò che di azzurro posso vivere in questo periodo. Quest’anno, la chiamata vale tantissimo: significa sentire la fiducia dell’ambiente, quella di Velasco nei miei confronti. Non è stato un anno facile a livello personale, anche se il bilancio finale è comunque positivo. Le difficoltà non sono mancate, ma proprio da quelle si impara di più”.
CRESCITA – Dopo aver mosso i primi passi nel volley dei grandi come opposto, da un paio di stagioni Bracchi si è spostata nel ruolo di schiacciatrice, in un percorso iniziato a Busto e continuato nella Wash4green Pinerolo: “Penso di essere cresciuta tanto, soprattutto sulla ricezione: ci ho lavorato tantissimo quest’anno, anche nei pochi momenti in campo. Ho cercato di dare il meglio, e le statistiche lo hanno dimostrato. Rispetto all’anno scorso le percentuali sono migliorate. Ho ancora tanto da crescere, praticamente in ogni ambito, ma sono felice del traguardo raggiunto sulla ricezione. A Pinerolo ho avuto l’opportunità di mettermi alla prova in un ambiente diverso rispetto alla Uyba, dove l’età media era molto bassa e si respirava un altro tipo di clima. La presenza di atlete esperte mi ha aiutato a crescere, dentro e fuori dal campo”.
L’ITALIA – A differenza di altre atlete, le porte della nazionale per Bracchi si sono aperte solamente la scorsa estate: “Poter far parte di questo gruppo è bellissimo. Quello che mi piace di più del collegiale è che c’è sempre gente nuova, un continuo ricambio. Poi, sia l’anno scorso che quest’anno sono state le mie prime esperienze in nazionale, quindi ho avuto modo di conoscere tante persone, tante atlete che vivono la tua stessa vita, che condividono pensieri e idee. E gli allenamenti non li prendo nemmeno in considerazione: sono di un altro livello. Difficile trovare altre parole per dire che adoro allenarmi con la nazionale”.
PINEROLO – “Pur non avendo trovato tanto spazio, a Pinerolo sono stata davvero bene. L’inizio è stato complicato: c’erano aspettative che forse inizialmente non siamo riusciti a rispettare, ma che nel tempo abbiamo saputo soddisfare, centrando una salvezza ottenuta anche con una certa tranquillità. Anche con la squadra ci siamo trovate bene, non ci sono stati problemi”.
CONSAPEVOLEZZA – “Quest’anno avevo voglia di dimostrare di poter stare in A1. Le emozioni dell’ultima stagione a Busto Arsizio mi hanno spinto anche in quella appena conclusa. Il mio impatto con la massima serie faccio ancora fatica a elaborarlo: in poco tempo sono passata da un’A2 di media classifica a giocare nella Uyba, una squadra abituata a fare bene. Non ho avuto il tempo di realizzare cosa stessi vivendo, ma con spensieratezza ho fatto il salto. La felicità di potersi esprimere a questi livelli è stato il motore anche di quest’anno. Ho cercato di dare il massimo nelle occasioni che ho avuto, con la voglia costante di dimostrare di poter stare qui. Esco da Pinerolo più forte, mentalmente e tecnicamente: il lavoro sulla ricezione è stato molto soddisfacente. Ho imparato a lavorare su me stessa, a trovare quell’indipendenza in campo che in contesti come Busto magari si sviluppa meno. Ora sono più consapevole: una sicurezza che mi porto dietro”.
VELASCO – “Il rapporto con Velasco è bellissimo. In questo periodo ci siamo parlati: è contento dei miei miglioramenti in ricezione. Mi ha consigliato di andare a giocare, di farmi valere, di continuare a crescere in tutti i fondamentali. Fin dalla stagione alla Uyba mi ha dato fiducia, spostandomi nel ruolo di banda e facendomi giocare. A lui devo tanto, così come a Busto, che da anni dà fiducia alle atlete di A2 con ottimi risultati. Con Velasco ho trovato spazio in A1, e anche questa convocazione è un grande segno di fiducia. Spero di ripagarlo: voglio dimostrargli che il coraggio delle sue scelte nei miei confronti è stato ripagato”.
OBIETTIVI – Un sogno azzurro da cullare, in attesa magari di un possibile esordio in futuro: “In questo momento l’unica cosa che voglio è migliorare. Continuare ad allenarsi è sempre il modo migliore per vivere l’estate, e farlo in azzurro è il miglior contesto possibile. Il livello è altissimo, sia per le atlete che per lo staff tecnico. È un’opportunità importantissima per restare allenati. Non mi sono posta un obiettivo specifico: il mio focus è giorno per giorno, dare il meglio in ogni allenamento. Alla fine è questo che conta in queste settimane di nazionale. Non voglio guardare troppo avanti, come pensare alla prossima VNL. Sarebbe bellissimo, certo, ma per arrivarci devo allenarmi bene adesso per dimostrare il mio valore. Il mio obiettivo è fare ogni giorno tutto quello che so fare al meglio”.