(Alberto Pilone per iVolleymagazine.it) 10 febbraio 2019. Da allora sono passati 624 giorni. Quasi “una vita”, soprattutto per lei, Karola Dhmitriadhi che quella data sembra essersela scordata; quel tremendo infortunio al crociato del ginocchio sinistro l’ha cambiata, trasformata e l’ha fatta rinascere, non solo come giocatrice ma anche a livello personale. Moltissime atlete, al secondo grave stop (dopo quello subito al ginocchio destro nel 2013) avrebbero detto basta al volley a soli 23 anni, ma la determinazione di Karola non ha mai conosciuto ostacoli; infatti, come se nulla fosse, è tornata in campo con la sua maglia di Martignacco e consapevole delle iniziali difficoltà, in particolare nel salto, ha cambiato il suo modo di giocare: “Da quando sono tornata ho abbandonato un pochino il mio carattere “ignorante” , come dico io, di chi tira forte sempre, per prediligere nuove soluzioni da veterana come mani fuori, pallette, palloni piazzati, allo stesso modo capaci di trovare punti”.
E’ proprio l’esperienza che ha convinto i dirigenti di Sassuolo a puntare su di lei come grande colpo della stagione 2020-2021. La cuneese ha accettato la nuova eccitante sfida, non solo per avvicinarsi al Piemonte dove vivono i suoi genitori, ma soprattutto perché una guerriera come lei non poteva non giocare nelle Warriors neroverdi da trascinatrice e capitana di una giovane ma talentuosissima squadra. E l’inizio di stagione sta confermando se non addirittura andando oltre alle previsioni di coach Barbolini, con le sue ragazze che stanno occupando il secondo posto dietro Roma. In Emilia Karola ha ritrovato anche la sua grande amica Federica Busolini, centrale romana con cui ha condiviso campo e lockdown in Friuli. Non esauste una dell’altra, Kappy e Bubi (i loro soprannomi) hanno deciso di vivere assieme anche quest’anno a Sassuolo.
I veri segreti della schiacciatrice si chiamano, però, Vlash e Enkeleida, i suoi genitori. Arrivati dall’Albania si sono stabilizzati in provincia di Cuneo, precisamente a Borgo San Dalmazzo e lì hanno messo alla luce Karola (e la sorella Anastasia) che spinta dal papà, grande appassionato, ha iniziato a giocare a pallavolo. Anno dopo anno, come racconta la figlia “Sono diventati i miei primi fan e allo stesso tempo, avendo visto ormai decine di partite, anche i primi miei critici, i più accaniti, al pari degli scoutman. Chiaramente sempre con l’intento di farmi migliorare”.
Proprio grazie alle origini balcaniche (doppia cittadinanza per lei), Karola avrebbe potuto scegliere di scendere in campo nelle competizioni internazionali con l’aquila nera sul cuore ma le restrizioni sulle straniere di serie B e A2 non hanno mai fatto rimpiangere la sua scelta di giocare come atleta azzurra.
Da Cuneo fino a Sassuolo, passando per Mondovì, che Karola ha ritrovato questo weekend, dopo averci lasciato il cuore nel triennio ’14-’17 con la storica promozione in A2. “È sempre bello ritrovare una dirigenza con cui ho condiviso successi, emozioni che mai dimenticherò”. Una sfida, dunque, mai banale sia per lei sia per i suoi genitori che, anche se da lontano hanno seguito sicuramente, perché non c’è match di Karola che Vlash e Enkeleida Dhmitriadhi si lascino scappare.
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