In una simpatica intervista con Eleonora Cozzella per Album della Repubblica, Francesca Piccinini racconta il Natale della sua fanciullezza con la famiglia
I PACCHETTI SPIATI – “Un po’ tutta l’atmosfera e tanto cibo, i vapori e i profumi che vengono dalla cucina. Ho ancora impressa l’immagine di mia mamma che sta ai fornelli e indossa il suo grembiule rosso con i disegni natalizi. Poi l’albero addobbato con le luci colorate e i regali infiocchettati ai suoi piedi. Secondo le abitudini dei miei genitori, i pacchi non venivano aperti il 24 sera, bensì durante il pranzo del 25. Ma io e mia sorella Chiara ne conoscevamo già il contenuto perché avevamo imparato a fare un buchetto, un piccolo strappo nell’incarto che poi richiudevamo e coprivamo. Non ho mai capito se i miei lo sapessero o meno. Forse erano semplicemente divertiti nel vedere che noi bimbe credevamo di averla fatta franca”
I TORDELLI DI MAMMA – “Il mio piatto del cuore, senza alcun dubbio, sono i tordelli, proprio con la ‘d’, non tortelli, mi raccomando. Sono una specialità tipica massese, vengono conditi col ragù di carne, ed è la ricetta delle feste per eccellenza, anche se ogni famiglia poi ha la sua variante. Si preparano un po’ per tutte le ricorrenze: da Pasqua a Ferragosto. E a Natale sono assolutamente d’obbligo a casa Piccinini. Quando ero bambina era un piacere guardare mia mamma che tirava la sfoglia e noi aiutavamo nella preparazione del ripieno, composto da macinato misto, pane ammollato nel latte e poi strizzato, bieta, uova, parmigiano grattugiato, prezzemolo e l’immancabile “poverino fresco”, il puerìn, come si chiama a Massa il timo. Nella ricetta di mia mamma c’è anche la mortadella tritata al coltello. Ovviamente un po’ del ripieno veniva mangiato crudo prima di finire nei tordelli. Assaggiavamo un po’ tutto già prima di metterci a tavola, mentre si preparava. Mi piacciono talmente tanto quando torno a casa, mia madre li prepara sempre. Così posso dire che se anche non passo ogni Natale in famiglia, ogni volta che torno è come fosse Natale. Non c’è paragone con altri piatti della tradizione, come il coniglio fritto con le verdure”.
TAGLIAVO IL PANDORO -“Per me decisamente vince il pandoro, a forma di stella, con la pioggia di zucchero a velo che mi affascinava tanto. Avevo da bambina il compito di tagliarlo a fette orizzontali da sistemare a stella, per simulare un abete che mi divertivo a guarnire con il mascarpone”
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